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380 | LA MALA FEMMINA DOMATA |
Fil. Eccoti dunque ritornato, Grumio.
Gius. Come va, Grumio?
Nic. Amico Grumio!
Nat. Come va?
Grum. Salute a voi tutti. Buon giorno, a te, a te, e a te, amico. Ditemi, è tutto ammanito?
Nat. Tutto: a qual distanza è il nostro signore?
Grum. A due passi di qui, e perciò non perbacco tacete: egli giunge. (entrano Petrucchio e Caterina)
Pet. Dove sono i malandrini? Nessuno alla porta per tenermi la staffa e prendere il mio cavallo? Dove è Nataniele, Gregorio, Filippo?...
Tutti i Dom. Qui, qui, signore; eccoci qui.
Pet. Qui, qui, signore, qui qui... Insensati, villani, bestie da bastone; così compite i vostri doveri? Dove è quell’insensato che ho mandato innanzi?
Grum. Eccomi, signore: insensato come prima.
Pet. Frutto da forca, non t’avevo io imposto di venirmi incontro con costoro?
Grum. L’abito di Nataniele, signore, non era finito, e le scarpe di Gabriele eran tutte da rattoppare nei talloni: non vi era nero per tingere il cappello di Pietro, e Gualtiero aveva il coltello senza fodero. Non potevano quindi comparirvi innanzi che Adamo, Rodolfo e Gregorio; tutti gli altri erano in pessimo arnese.
Pet. Andate, furfante, e recatemi la cena, (escono alcuni Dom.) «Dove è la vita che io menai un tempo (cantando) dove sono quei... siedi, Caterina, e sii la benvenuta. Sono sudato e stanco. (rientrano i Dom. colla cena) Ebbene, è ora che veniate! Buona Caterina, sta allegra. Cavatemi gli stivali, voi maledetti villani Quando?...» vi era un frate grigio che andava per la strada (cantando) togliti di là tu, miserabile: tu mi torci un piede, prendi questo (battendolo) e impara a servir meglio. Sta lieta, Caterina. Un po’ d’acqua qui; olà!... dov’è il mio cane Troilo?... Esci tu, maledetto, e va a pregare mio cugino Ferdinando di venir da noi. (esce un Dom.) È un amico, Caterina, a cui bisognerà che tu dia un bacio e con cui dovrai fare conoscenza. — Dove sono le mie pianelle? — Sicchè verrà quest’acqua? (gli vien presentato un bacino) Lavati le mani, Caterina, e riprendi coraggio. (il Dom. si lascia cadere il bacino dalle mani) Sciagurato, indegno, così ci servi? (lo percuote)
Cat. Calmatevi, ve ne prego, fu un fallo involontario.