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ATTO SECONDO 363


Batt. Vi fu mai onest’uomo contristato al pari di me? Ma chi viene? (entrano Gremio con Lucenzio in mal arnese, Petrucchio con Ortensio vestito da maestro di musica, e Tranio con Biondello che porta un liuto e alcuni libri)

Gre. Buon giorno, vicino Battista.

Batt. Buon giorno, Gremio: il Cielo vi salvi, signori.

Pet. E voi ancora. Dite, di grazia, non avete voi una figlia chiamata Caterina, bella e virtuosa?

Batt. Ho una figlia, signore, chiamata Caterina.

Gre. (a Pet.) Cominciate con troppa franchezza; andate più lento.

Pet. Voi non sapete nulla, Gremio, lasciatemi dire. — Io sono un cittadino di Verona, signore. (a Batt.) che, avendo udito vantare la bellezza, lo spirito e l’affabilità, la modestia e la dolcezza della tempra dii Caterina, ho presa la libertà dì venir in vostra casa per appurare coi miei occhi la verità dell’elogio che ho inteso fare tante volte di lei, e qui m’accompagna un uomo (presentando Or.) ch’io conosco per esperto assai di musica e di matematiche, atto ad istruire mirabilmente vostra figlia nelle scienze, di cui so ch’ella ha già qualche nozione. Accoglietelo, ve ne prego, com’egli merita: il suo nome è Licia, ed ebbe i natali in Mantova.

Batt. Voi siete il benvenuto, signore, ed egli pure, a contemplazion vostra: ma rispetto alla mia figlia Caterina so che non vi piacerà, e di questo mi dolgo.

Pet. Veggo che non volete separarvi da lei, oppure ch’io non son l’uomo che vi appaga.

Batt. No, non credete ciò, signore; io parlo come penso. Ma di qual paese siete voi? Si può sapere il vostro nome?

Pet. Mi chiamo Petrucchio, e son figlio di Antonio, uomo ben conosciuto in tutta Italia.

Batt. Lo conosco io pure benissimo, e vi faccio la più lieta accoglienza.

Gre. Permettete, Petrucchio, anche a noi di parlare. Signore, (a Batt.) io vi presento un uomo (indicando Luc.) che è così versato nel greco, nel latino, e in molte altre lingue, come quel signore lo può essere nella musica e nelle matematiche: si chiama Cambiò; e vi prega di accettare i suoi servigi.

Batt. Con mille ringraziamenti, Gremio, e siate il benvenuto, (a Luc.) — Ma voi (a Tran.) mi sembrate un forestiere: si potrebbe sapere quello che veniste a fare nella nostra città?

Tran. Perdonatemi, signore, sarà forse temerità in me, che sono straniero, il pormi nella fila di coloro che aspirano a vostra