Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/753

354 LA MALA FEMMINA DOMATA

cazione a’ miei figli. Addio. Potete restare, Caterina; debbo parlar con Bianca. (esce)

Cat. Ma io pure avrò ben facoltà d’andarmene a mio senno, credo. Sono io trattata come una bambina, quasi non sapessi quello che mi si addice e quello ch’è sconveniente? Ah! (esce)

Gre. Tu puoi andare a raggiungere la sposa di Satana; le tue qualità son così buone, che nessuno ne vuol godere. Il nostro amore non è tanto caldo, Ortensio, che noi non possiamo soffiare sulle nostre dita, e guarircene coll’astinenza. Però, per l’amore ch’io porto a Bianca, se m’abbatterò in un abile maestro lo raccomanderò a suo padre.

Or. Ed io pure, Gremio. Ma udite una parola. Sebbene il carattere della nostra contesa non ci abbia mai permessi lunghi dibattimenti, pure io vi dirò oggi che l’unico modo per avere accesso presso la nostra bella amante, è quello di trovare un marito a sua sorella maggiore.

Gre. Un marito? Un demonio piuttosto.

Or. Io dico un marito.

Gre. Ed io un demonio. Credi tu, Ortensio, che in onta di tutta l’opulenza di suo padre, vi sia un uomo tanto pazzo da volerla sposare?

Or. Vi sono nel mondo certi uomini, a cui il denaro fa fare grandi cose.

Gre. Non so che dirne; per me vorrei aver piuttosto la sua dote senza lei, anche a patto d’esser frustato ogni mattina.

Or. Giacchè l’ostacolo, in cui ci siamo imbattuti ci rende amici, l’amicizia nostra durerà fino al momento in cui, trovando un marito a Caterina, procureremo a Bianca la libertà di riceverne un altro: e allora ridiverremo rivali. — Cara Bianca! Felice quegli che t’avrà. Che ne dite, Gremio?

Gre. Dico come voi ch’è un’amabile donzella. (escono)

Tran. (avanzandosi) Ve ne prego, signore, spiegatemi una cosa. È egli possibile che l’amore divampi così rapido?

Luc. Oh Tranio! fino che non ne avevo fatta l’esperienza, non l’avrei creduto possibile; ma ora che ho sentito l’impressione dell’amore, ora ingenuamente confiderò tutto a te, che caro mi sei, come lo era Anna a sua sorella regina di Cartagine. Tranio, io ardo, languo, muoio, se non giungo ad ottenere quella giovine bellezza. Consigliami, Tranio, perocchè so che tu lo puoi; assistimi, te ne scongiuro.

Tran. Signore, non è più tempo di rimostranze: i sermoni