Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/746

Dom. Sono commedianti che offrono i loro servigi a Vostra Signoria.

Sig. Di’ loro che vengano. (entrano i commedianti) Siate i benvenuti, amici.

Comm. Vi ringraziamo, signore.

Sig. Volete restar con me questa sera?

Comm. Sì, se piace a Vossignoria d’accettare i nostri servigi.

Sig. Con tutto il cuore. Mi sembra d’aver veduto quell’attore e di averlo inteso in una parte in cui vagheggiava una fanciulla... Ho dimenticato vostro nome, ma certamente quella parte fu ben riempita, e con molta verità.

Comm. Credo intendiate, signore, la parte di Soto.

Sig. Appunto. Oh! voi la compieste a dovere. Siete venuti qui in momento propizio e tanto più opportuno, quanto che mi va per la testa certa ricreazione in cui voi mi sarete del maggior sussidio. Vi è da me un signore che vi vedrà di buon grado a recitare questa sera, ma io temo per voi; temo che, osservando il suo bizzarro contegno e portamento, non prorompiate in risa, e non l’offendiate; perchè vi fo fede che, se riderete, egli si sdegnerà.

Comm. Non temete, signore, sapremo contenerci; foss’egli l’uomo più balzano e ridicolo di questo mondo.

Sig. (a uno de’ suoi Dom.) Conducili in casa, e abbi ogni pensiero di loro, onde nulla manchi. (esce il Dom. coi Comm.) Tu va a trovare il mio paggio Bartolomeo (a un altro Dom.) e fallo vestire da donzella dai piedi alla testa: dopo ciò, conducilo nella camera dell’ubbriaco, e chiamalo Signora col più gran rispetto. Digli per conto mio che se vuole venirmi in grazia simuli l’aria e il contegno delle nobili donne che ha vedute, e parli all’ubbriaco con un dolce accento di voce, e con umile garbo gli dica: «che comanda Vostra Signoria? In che mai la vostra sposa, la vostra docile sposa può ella addimostrarvi il suo zelo e l’amor suo?» e quindi stringendolo fra le braccia lo baci amorosamente, e inchinandosi sopra il suo seno versi pianti di gioia, vedendo il suo nobile signore tornato in salute, dopo che per quindici anni ei s’è creduto un povero e vile mendico. Che se il mio paggio non ha il dono delle femmine per spargere lagrime, il sugo di una cipolla potrà ottenere l’effetto; ne porti una avvolta nella pezzuola, e il pianto sgorgherà naturalmente da’ suoi occhi. Istruiscilo bene di ciò, e ritorna che ti darò altre incumbenze. (il Dom. esce) So che quel garzone simulerà a meraviglia una dama di qualità; nè vedo l’ora di udirlo chiamare l’ubbriaco suo sposo, e di vedere