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ATTO QUARTO 329

stipite di una nazione assai impudente. Addio, io pure parto per Francia, e là parleremo a lungo di voi. (esce)

Par. Ebbene, vi ringrazio. Se il mio cuore fosse superbo ora scoppierebbe. Non sarò più capitano, ma mangìerò, berrò e dormirò, come se un capitano fossi. Mi rimarrà abbastanza per vivere. Quegli che è il millantatore tremi di questa catastrofe, che ad ogni millantatore accadrà, perchè la menzogna ha brevi le gambe. Irruginisci, o mia spada: rinfrescatevi, mie gote, che il rossore ha infiammate, e tu vivi, caro Parolles, in sicurezza nella tua vergogna. Poichè fosti schernito, prospera colla frode: v’è sempre nel mondo posto per un uomo, e mezzi vi son sempre per farlo esistere; vado a cercarli. (esce)

SCENA IV.

Firenze. — Una stanza nella casa della vedova.

Entrano Elena, la Vedova e Diana.

El. A fine di convincervi, signora, che non vi ho fatta ingiuria, uno dei più gran principi del mondo cristiano sarà mia cauzione: bisogna necessariamente che prima di compiere i miei disegni, mi prostri dinanzi a lui. Vi fa un tempo in cui gli resi un importante servigio, quasi caro al par della vita; un servigio che sveglierebbe la riconoscenza anche in un dannato. Io so, che Sua Maestà è a Marsiglia, e abbiamo un corteggio conveniente per guidarne a quella città. Giova sappiate che ei mi crede estinta, e congedato essendo l’esercito, mio marito parte per le sue terre: ora col soccorso del Cielo, e col consenso del re, noi saremo colà prima del nostro ospite.

Ved. Gentil signora, non mai aveste servitori che assumessero con più zelo i vostri interessi.

El. Nè voi aveste mai amici che s’adoprassero con più fervore a procacciarvi la ricompensa del vostro affetto. Non dubitate che il Cielo non m’abbia condotta in casa vostra per assicurare la dote di vostra figlia, com’egli l’ha destinata ad essere il mio sostegno, e il mezzo con cui potrò ottenere l’amore del mio sposo. Ma quanto strani sono gli uomini, godendo sì dolci diletti nel possedimento di ciò che abborrono, allorchè le loro lascive passioni, deluse da una fallace idea, raddoppiano l’orrore della notte con quello del loro delitto! Così la lussuria s’inebbria con trasporto di un oggetto odiato, credendo di godere di un assente; ma torneremo poscia sopra queste riflessioni. — Voi, Diana, do-