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312 È TUTTO BENE QUEL CHE A BEN RIESCE


Mar. Conosco quel malvagio, e possa essere appeso. È un certo Parolles, un vile agente degli intrighi del gìovine conte. Non ti fidar di loro, Diana; le loro promesse, le loro seduzioni, i loro giuramenti e i loro doni non sono quel ch’essi vonno far credere. Più di una fanciulla è stata sedotta da quegli artifizii, e sventura è bene che l’esempio di tanti naufragii non valga a render cauti i naviganti futuri. Ma io spero che non avrò bisogno di dirvi altro, e son convinta che vi manterreste nel buon sentiero in cui siete, quand’anche non vi fosse altro a temere che la perdita dell’onore.

Dian. Non avete da paventar nulla per me.

Ved. Così io pure spero. — Mirate! si avanza una pellegrinar e son sicura che verrà ad albergare in mia casa. Ei sogliono qui mandarsi gli uni cogli altri. Vuo’ interrogarla. — (entra Elena vestita da pellegrina) Dio vi salvi, pellegrina, dove andate?

El. A san Giacomo il Grande. Insegnatemi, ve ne prego, devo alloggiano i pellegrini?

Ved. A san Francesco, qui vicino alla porta.

El. È questa la via?

Ved. Sì: ma udite? (si ode una lontana marcia) Essi vengono di là. Se volete aspettare, santa pellegrina, che l’esercito sia passato, vi condurrò al vostro albergo, tanto più che credo conoscere al par di mela vostra ostessa.

El. Siete forse voi?

Ved. Così vi piaccia.

El. Ne vo lieta, e aspetterò qui i vostri agi.

Ved. Voi venite, credo, di Francia?

El. Sì.

Ved. Vedrete qui un vostro compatriota che ha operato grandi cose.

El. Il suo nome, ve ne prego?

Dian. Il conte di Rossiglione. Lo conoscete?

El. Di nome, perchè è molto chiaro; ma di persona no.

Dian. Qual ch’ei si sia, si è comportato generosamente fra di noi. Fuggi di Francia, dicesi, perchè il re lo ammogliò suo malgrado. Credete che ciò sia vero?

El. Sì certamente, ciò è vero: conosco sua moglie.

Dian. Vi è qui un gentiluomo del suo seguito che dice molto male di lei.

El. Come si chiama?

Dian. Monsieur Parolles.

El. Ohi io pure credo seco che, in fatto di merito e di fama.