Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/708


ATTO TERZO 309

figlio, vi prego in nome mio di dirgli che la sua spada non potrà mai acquistar tanto onore, qnant’oggi ne perde. Di più, anche io gli scriverò, se vorrete rimettergli il mio foglio.

Gent. Vi serviremo, signora, in questo ed in ogni altro comando.

Cont. A patto che voi pure accetterete le mie cortesie. Volete accompagnarmi? (esce coi gent.)

El. «Finch’io non abbia più moglie, nulla avrò in Francia». Nulla in Francia, finchè ei non v’abbia più moglie! Tu non ne avrai più nessuna, Rossiglione; nessuna in Francia, e riprendivi quanto vi possedevi. Povero sposo, sono dunque io che ti esilio dalla tua patria, e che assoggetto le delicate tue membra ai furori della guerra, che non ha pietà di alcuno! Sono io che ti bandisco da una Corte piacevole, dove i più begli occhi erano sopra te rivolti, per esporti ai colpi d’inesorabili guerrieri! Oh tu, messaggero della morte, piombo omicida che voli rapidamente sopra ali di fuoco, devia e non attingere al tuo bersaglio! Trapassa l’aere invulnerabile che risana le proprie ferite sibilando, nè toccare al mio diletto Beltramo! Chiunque vuol rapirgli la vita, è come da me incitato a farlo; chiunque alza contro di lui il ferro, è come esortato da me a trafiggerlo. Sebbene non sia io che l’uccida, sono però la cagione della sua morte. Meglio sarebbe stato per me che avessi incontrato il leone feroce, allorchè ruggisce straziato dalla fame. Meglio sarebbe stato che tutte le calamità della natura fossero cadute sulla mia testa. No, ritorna nella tua patria, Rossiglione; abbandona quei luoghi funesti, dove l’onore non raccoglie dai pericoli altro che ferite, e dove spesso perde tutto. Vuo’ allontanarmi: il mio soggiorno in questo castello fa te ramingo, e come vi resterei io per impedirti dì ritornare? No, no, quand’anche si respirasse nel tuo paese l’aria del paradiso, e che servita io vi fossi dagli angioli, lo lascierei. Possa la fama, tocca di pietà, annunziarti la mia fuga, e consolare il tuo cuore con questa novella! Oh notte, vieni; e tu giorno affretta il termine tuo, perocchè col favor delle tenebre io fuggirò da questi luoghi come una colpevole, povera fanciulla ch’io sono! (esce)