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300 È TUTTO BENE QUEL CHE A BEN RIESCE


Laf. Di chiunque è uomo d’un conte.

Par. Siete troppo vecchio: ciò tì basti, siete troppo vecchio.

Laf. Bisogna ch’io vi dica, signore, che sono un uomo; e quest’è un titolo al quale l’età non farà che voi giugniate mai.

Par. Quel che oserei non lo voglio.

Laf. Vi ho creduto un uomo dì senno durante due pranzi; faceste tanti racconti dei vostri viaggi, che mi allucinaste tal poco; ma le ciarpe e le fettuccie di cui siete guernito mi han fatto accorto, che non appartenete a un ricco carico. — Ora vi ho trovato, e voglio farvi andare in collera.

Par. Se il privilegio dell’età non vi difendesse...

Laf. Dio abbia pietà di voi, codardo! — Io veggo bene nel vostro interno, senza che mi occorra farvi un pertugio colla spada. Datemi la vostra mano.

Par. Signore, voi adoprate indegnamente.

Laf. Sì, con tutto il cuore; e ciò meritate.

Par. Signore, io nol consento.

Laf. L’avete pienamente meritato, e vuo’ pagarvi sino all’ultimo soldo.

Par. Bene, sarò più savio.

Laf. Sì, quando potrete; perchè ora ciò vi è impossibile. Se verrete punito, saprete cosa voglia dire collegare insieme superbia e viltà. Ma io vuo’ conoscerti a fondo, o piuttosto stadiartì a fondo, per poter dire all’uopo quello che è un uomo che conosco.

Par. Signore, mi cruciate in modo intollerabile.

Laf. Vorrei farti provare i tormenti dell’inferno, e che la mia lena per ciò fosse eterna; ma ogni mio vigore è passato, e nondimeno me ne resta tanto da far giustizia di te, comunque mi piaccia. (esce)

Par. Tu hai un figlio che sconterà quest’oltraggio, vecchio deforme e schifoso. Bisogna che io mi freni, quantunque ciò mi sia assai difficile. Lo punirò, sull’anima mia, se me ne verrà il destro, foss’egli due volte più ricco. Non proverò più pietà della sua vecchiaia, ch’io non ne provi di... Lo batterò se avviene che m’incontri di nuovo in lui. (rientra Lafeu)

Laf. Mariuolo, il vostro signore e padrone è ammogliato; queste son novelle per voi. Ora avete anche una padrona.

Par. Convien ch’io supplichi Vostra Signoria di astenersi dall’insultarmi. Non è mio padrone che quegli che è al disopra di tutti noi.

Laf. Chi? Dio?

Par. Sì.