Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/672

Troil. Lungi da me, ignominioso mezzano! La vergogna e la infamia ti facciano disperare in vita, e non si separino mai più dal tuo nome. (esce)

Pan. Eccellente farmaco ai miei dolori! Oh mondo! mondo! mondo! È così che si disprezzano i poveri agenti! Intriganti di amore, con quant’ardore siete esortati ad operare, e come misero è il frutto che ritraete dalla vostr’opera! Perchè dunque i vostri sforzi son tanto ricercati, e sono così sdegnati i nostri accessi? Quali sentenze vi hanno intorno a ciò? Vediamo: «l’umile ape ronza lietamente finchè conserva il mele ed il pungolo: ma una volta perduti che gli abbia, essa tace come se più non vivesse». Mezzani d’amore, rammentate questo detto — Ora voi tutti, che in questa assemblea siete miei confratelli, compiangete la caduta di Pandaro, o se non potete piangere, accordategli almeno qualche gemito, se non per me, almeno pei dolori delle inferme vostre ossa, fratelli e sorelle, che fate il mestiere di vigilare dinanzi alle porte. Fra due mesi alla peggio verrà composto il mio testamento. Esso sarebbe fatto già senza il timore che qualche maliziosa oca di Winchester1 non lo volga in riso: per ora vivrò con gran cura e gran misura, e quando il momento della mia morte sia giunto, lascierò in legato a voi le mie malattìe.

(esce)



FINE DEL DRAMMA.

  1. Le donne pubbliche erano anticamente sotto la giurisdizione del Vescovo di Winchester.