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ATTO QUINTO | 265 |
molo inginocchiate. Ho sognata una mischia sanguinosa tutta questa notte, e non ho veduto che spettri e stragi.
Cas. Oh! infausti sono gli augurii.
El. Squilli la mia tromba.
Cas. Ma non dia il segnale della battaglia; in nome del Cielo! fratello.
El. Ritiratevi: gli Dei hanno inteso il mio giuramento.
Cas. Gli Dei sono sordi ai voti temerarii ed insensati: le offerte impure sono più abborrite dal Cielo, che non le viscere macchiate nei sagrifizii.
And. Lasciatevi piegare: non riputate opera più l’affligger gli altri, per uno zelo eccessivo dei vostri giuramenti: tanto varrebbe in noi il credere di far doni allorchè rubassimo per dare: o quando spogliassimo uno per esser generosi coll’altro.
Cas. È la legittimità del voto, che ne fa la forza e l’importanza: giuramenti arrischiati non debbono esser compiti: disarmatevi, Ettore.
Et. Cessate da tai clamori, vi dico! È l’onor mio che regge i miei destini. Ogni uomo ha cara la vita, ma l’uomo virtuoso collega maggior prezzo all’onore che all’esistenza. (entra Troilo) — Ebbene, giovine? Vuoi tu combatter oggi?
And. Cassandra, va a chiamare mio padre, onde piegare costui. (Cas. esce)
Et. No in verità, giovine Troilo; spoglia la tua armatura; lascia combattere me solo. Prima di avventurarti agli urti terribili della guerra, aspetta che robusti sian divenuti i tuoi muscoli. Disarmati, e non temere; ch’io combatterò oggi per tutti.
Troil. Fratello, voi avete un vizio di generosità, che si addice più ad un leone, che a un uomo.
Et. Che vizio è questo, caro Troilo? rimproveramelo.
Troil. Mille volte, allorchè i Greci cadono al solo fischio, o al lampo della vostra spada, voi dite loro di rialzarsi e di vivere.
Et. Ciò è ben fatto, fratello.
Troil. Ma è la parte di un insensato, pel Cielo!
Et. Perchè?
Troil. In nome degli Dei! lasciamo alle donne tal pietà religiosa, e quando rivestite abbiamo una volta le nostre armi, la vendetta più terribile animi i nostri cuori: avvezziamoli ad opere sanguinose e vietiam loro ogni pentimento ed ogni pietà.
Et. Vergogna, vergogna, fratello.
Troil. Son questi, Ettore, i diritti della guerra.
Et. Troilo, non vuo’ che oggi combattiate.