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254 TROILO E CRESSIDA


Nest. È una vaga fanciulla.

Ul. Più vaga della stella che addita di sera il cammino ai naviganti. (s’ode una tromba)

Tutti. La tromba dei Trojani.

Ag. Il corteggio s’avanza. (entra Ettore armato: Enea, Troilo ed altri Trojani con seguito)

En. Salute a voi tutti, principi della Grecia. Qual prezioso otterà il vincitore? Dovranno i due campioni farsi guerra fino a morte, o saran separati da qualche voce, da qualche segnale? Ettore ciò domanda.

Ag. Qual cosa piacerebbe ad Ettore?

En. Egli è indifferente a tutto; e si rassegnerà alle convenzioni.

Ach. Tal procedere è degno di lui, ma mostra molta presunzione, molto orgoglio e molto disprezzo pel suo avversario.

En. Se voi non siete Achille, signore, qual’è il vostro nome?

Ach. Se non sono Achille, nessuno sono.

En. Ebbene, se anche siete Achille, sappiate che i due estremi del valore e dell’orgoglio si riuniscono in Ettore: l’uno va all’infinito, l’altro scende al nulla. (rientra Diomede)

Ag. Ecco Diomede. — Nobile guerriero, state vicino al nostro Ajace; e quello che fermato avrete con Enea, rispetto al combattimento, sarà fedelmente seguito. (Ajace ed Ettore entrano nella lizza) Eccoli già pronti a combattere.

Ach. Chi è quel Trojano dell’aspetto sì tristo?

Ul. II minor figlio di Priamo, un vero eroe impareggiabile già quantunque così giovine: sincero, coraggioso, illibato, scevra d’ogni viltà, prode quanto Ettore, e più forse di lui terribile. Lo chiamano Troilo, e la sua patria ripone in esso dopo Ettore la sua speranza. Così ben lo dipinse Enea, che ben lo conosce e che non sa adulare nessuno. (allarme, Ettore ed Ajace combattono)

Ag. Son già alle prese.

Nest. Sii cauto, Ajace.

Troil. Ettore, coraggio.

Ag. I loro colpi son diretti a meraviglia: coraggio, Ajace.

Diom. Tregua al combattimento. (le trombe tacciono)

En. Combatteste abbastanza, principi.

Aj. Non mi sono ancora infiammato; lasciateci tornar da capo.

Diom. Come vorrà Ettore...

Et. Io vuo’ che qui finiamo. Nobile guerriero, tu sei figlio della sorella di mio padre, cugino germano dei figli dell’augusto Priamo. I vincoli del sangue ci vietano un’emulazione sanguinaria: in te si congiungono tanti elementi greci e trojani, che