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56 IL RE ENRICO VI


Bast. Con qnal furia il giovine Talbot, degno emulo di tuo padre, tuffava nel sangue francese la sua vergine spada!

Pul. Lo assalii una volta, dicendogli: «tu giovine sei vinto «da una giovine»: ma con occhio superbo e aspetto pieno di orgoglio, ei mi rispose: il giovine Talbot non è nato per disonorarsi, vincendo una donna; e con queste parole slanciossi nel più folto delle schiere francesi, e mi abbandonò con disprezzo, quasi avversario indegno di lui.

Bor.'. Certo ei sarebbe stato un nobile cavaliere: vedete, lo riconoscete voi? Eccolo sepolto nelle braccia di suo padre, sanguinoso autore de’ suoi fatti micidiali.

Bast. Facciamo in brani i cadaveri di questi due nemici, gloria d’Inghilterra e terrore di Francia.

Car. Oh, no, non gli oltraggiamo, onoriamo due eroi morti, che vivi ne fecero fuggire. (entra sir Guglielmo Lucy, con seguito; un araldo francese lo precede)

Lucy. Araldo, conducimi alla tenda del Delfino per sapere a chi appartiene l’onore di questa giornata.

Car. Qual è l’umile tuo messaggio?

Lucy. Umile, Delfino? Questa parola è schiettamente francese; noi guerrieri d’Inghilterra non la intendiamo. Vengo per sapere quali sono i tuoi prigionieri, e quali i morti.

Car. I prigionieri richiedi? L’inferno è la nostra prigione. Ma dimmi, chi cerchi?

Lucy. Dov’è il grande Alcide del campo, il prode lord Talbot di Shrewsbury? creato pel suo meraviglioso valore conte di Washford, Waterford e Valenza; lord Talbot di Godrig e di Urchingfield? Dove sono i lórdi Hrauge di Blachmere, lord Verdun di Alton, lord Cromwell di Winchfield, lord Furnival di Sheffield, il sempre vittorioso lord di Falconbridge, cavaliere del nobile ordine di San Giorgio, di San Michele, e del Toson d’oro, gran maresciallo del nostro re Enrico VI in tutte le sue guerre contro la Francia?

Pul. Codesto stile è ben gonfio. Il gran Sultano che domina sopra cinquantadue regni, non adopera linguaggio più pomposo. — Vedi: uno di quelli che tu fregi di tanti titoli, giace qui ai nostri piedi cadavere impuro, e preda dei più vili insetti.

Lucy. È dunque ucciso Talbot, flagello dei Francesi, angelo esterminatore della vostra nazione? Oh potessero le mie pupille mutarsi in palle roventi, ond’io nell’ira mia ve le avventassi sul volto! Oh potessi richiamare cotesti morti in vita! Bastanti essi sarebbero ad atterrire il regno di Francia: i loro ritratti solo la-