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236 | TROILO E CRESSIDA |
timore smarrisce la via. Il temere il peggio salva spesso da quello.
Troil. Ah! ninn timore abbia la mia Cressida: nelle feste di Cupido non entrano mostri.
Cres. Nè cose mostruose?
Troil. Nulla, fuorchè i nostri vani ingegni. Allorchè noi facciam voto di versare un oceano di lagrime, di vivere in mezzo alle fiamme, di domar le tigri, di divorare gli scogli credendo che sia più difficile per le nostre amanti l’imaginare prove tanto forti, che a noi il trionfarne, allora solo nominiamo le cose mostruose dell’amore: ma è che la volontà è infinita e il potere limitato; il desiderio immenso e l’esecuzione schiava della materia.
Cres. Si dice che gli amanti giurino d’eseguir più cose, che non possono compierne, e che tengono nondimeno in riserva mezzi ch’essi non adoprano mai, promettendo di fare più di dieci volte quello che non fanno pur una. Esseri che han la voce dei leoni, e la debolezza dei lepri, non sono forse mostri?
Troil. Siam noi quel che dite? No, tale pittura è ingiusta. Conformate le vostre lodi a quanto sapete di noi; concedeteci quel grado di merito che ci appartiene: la nostra testa resterà nuda fino a che il merito la coroni; niuna perfezione futura raccoglierà elogi maggiori; e senza usare molti titoli fastosi, venga riposta una sincera fiducia nell’onor nostro. Troilo apparirà per Cressida tale, che tutto quello che l’invidia potrà inventare di peggio sarà di schernire la sua fedeltà, e tutto ciò che la verità potrà dire di più vero non sarà più sincero di Troilo.
Cres. Volete entrare? (rientra Pandaro)
Pan. Ancora arrossite? Non avete ancor finito di discorrere?
Cres. Zio, tutte le follie che faccio, le consacro a voi.
Pan. Ve ne ringrazio, e se Troilo ottiene un figlio col vostro ministero, me lo darete. Siategli fedele, e s’ei vi abbandona sdegnatevene solo con me.
Troil. Voi conoscete ora i vostri ostaggi; la parola di vostro zio è la mia ferma fede.
Pan. Porrò senza timore una parola anche per lei: le fanciulle della nostra famiglia son difficili ad arrendersi, ma una volta ottenute divengono costanti sino alla morte.
Cres. L’ardire mi torrna, e mi fa tale da dirvi, Troilo, che vi ho amato giorno e notte, per lunghi mesi pieni di noia.
Troil. Perchè era dunque la mia Cressida così difficile a lasciarsi vincere?
Cres. Dite a parer vinta: fin dal primo giorno, che... ma per-