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ATTO PRIMO | 213 |
Nes. Ulisse ha parlato con saviezza; egli ha scoperta la carie da cui è corroso tutto l’esercito.
Ag. Essendo conosciuto il carattere del morbo, quale ne è il rimedio, Ulisse?
Ul. Il grande Achille, che l’opinione ha dichiarato primo guerriero del nostro esercito, avendo l’orecchio pieno della sua fama, divien sollecito all’eccesso del proprio merito, e si rimane ozioso nella sua tenda, schernendoci. A’ suoi fianchi adagiato oziosamente sta Patroclo, e con esso fa prova di spirito. Ora, illustre Agamennone, colui vi imita come un attore da teatro prostrando nel fango la vostra dignità, e alle sue goffaggini il gigantesco Achille ride; ora imita Nestore e volge a beffa ogni sua più illustre dote. Così noi serviam di sollazzo a quei due egregi valentuomini, e così curano le nostre sventure.
Nes. L’esempio di quella coppia, che l’opinione ha posto in prima fila, guasta ogni dì più l’esercito. Ajace è divenuto orgoglioso come Achille, e sta come lui solo nella sua tenda, o vi dà feste sediziose, mettendo in riso i nostri disegni di guerra colla sicurezza di un oracolo, o eccitando Tersite, quel vile schiavo, la di cui lingua avvelenata inventa sempre nuove calunnie, a deturparci colle sue rozze comparazioni e a diffamare la nostra condotta e le nostre opere, qual che si sia il pericolo da cui ci veggiamo circondati.
Ul. Essi biasimano la nostra prudenza, e la dicono viltà; biasimano la nostra saviezza, e la nostra previdenza, e non istimano altri atti che quelli delle mani. Le facoltà che dirigono le braccia, e governano le migliaia che debbono solo combattere al momento opportuno, che, colle lunghe osservazioni, scrutano le forze del nemico, tali facoltà non son da loro apprezzate per nulla: onde la macchina, che inconscia di sè si muove, è da essi preferita alla mano che la creò, e all’anima intelligente che le diede l’impulso.
Nes. È per ciò che secondo essi il cavallo d’Achille potrebbe ingenerare molti figli a Teti. (squillo di trombe)
Ag. Che trombe son coteste? Vogliate informarvene, Menelao.
Men. Squillano in Troia. (entra Enea)
Ag. Chi vi conduce dinanzi alla nostra tenda?
En. È questa la tenda del grande Agamennone?
Ag. È questa.
En. Può un principe, divenuto araldo, far udire all’augusto suo orecchio un grazioso messaggio?
Ag. Ciò può e con maggior sicurezza che garantirgliene non