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206 ATTO PRIMO


Pan. Ettore si mosse assai per tempo.

Cres. Di questo appunto parlavamo, e della sua collera.

Pan. Era egli in collera?

Cres. Così dice Alessandro.

Pand. In verità era sdegnatissimo, ed io ne so la cagione. Egli ucciderà ben molti Greci oggi, ve ne assicuro, e Troilo non lo seguirà da lontano. Badino a Troilo, perchè oggi farà grandi stragi.

Cres. Che! È egli pure sdegnato?

Pan. Chi, Troilo? Troilo è il più prode dei due.

Cres. Oh Giove! non v’è paragone.

Pan. Non v’è paragone fra Troilo ed Ettore? Conoscete voi un uomo, vedendolo?

Cres. Sì, se l’ho veduto e conosciuto innanzi.

Pan. Bene; io vi dico che Troilo è Troilo.

Cres. Dunque dite com’io dico: perocchè io son sicura che egli non è Ettore.

Pan. No, e Ettore non è Troilo sotto certi rispetti.

Cres. Così sta; egli è quello che è.

Pan. Quello che è? Oimè, povero Troilo! vorrei bene che lo fosse.

Cres. Tale è.

Pan. Se lo fosse, vorrei andar a piedi ignudi fino in India.

Cres. Egli non è Ettore.

Pan. Se stesso non è, no più non è quello che era. — Piacesse al Cielo che lo fosse ancora! Ma gli Dei ne stanno sopra e ci governano. Povero Troilo, vorrei che il mio cuore fosse nel suo seno! — No, Ettore non è da più di Troilo.

Cres. Scusatemi.

Pan. Egli è più vecchio.

Cres. Perdonatemi, perdonatemi.

Pan. L’altro non è ancora giunto alla virilità: me ne parlerete poi quando ci sarà giunto. Ettore non possederà mai la metà del suo ingegno...

Cres. Non ne avrà bisogno.

Pan. Nè delle sue qualità.

Cres. Che importa?

Pan. Nè della sua bellesza.

Cres. Ettore è abbastanza bello.

Pan. Non avete giudizio, nipote. Elena stessa giurava l’altro di che Troilo, quantunque bruno (perchè convien confossarlo egli è bruno), aveva... un volto superiore assai a quello di