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ATTO TERZO
SCENA I
Milano. — Un'anticamera nel palazzo del Daca.
Entrano il Duca, Turio e Proteo
Duc. Messer Turio, vi prego di lasciarci soli un istante, abbiam bisogno di conferire insieme di negozii segreti. (Tur. esce) Ora ditemi, mio caro Proteo, che cosa volete?
Prot. Mio grazioso signore, quello che vorrei dirvi le leggi dell’amicizia m’imporrebbero di nasconderlo; ma allorchè rassegno colla memoria tutti i favori di cui m’avete colmato senza mio merito, il dovere m’impone di rivelarvi un segreto che tutti i tesori del mondo non varrebbero a strapparmi. Sappiate, illustre principe, che Valentino, mio amico, intende rapire questa notte vostra figlia, e che è a me che ei ne ha confidato il disegno. So che voi avete risoluto di darla a Turio, che la vostra amabile figlia abborre, e che vi sarebbe assai penoso nella vostra vecchiaia il vedervi rapire la vostra Silvia. Per adempiere quindi al mio dovere ho piuttosto voluto far andar a vuoto gli intenti del mio amico, che aggravare, nascondendoveli, il vostro capo d’un fardello di dolori, che vi farebbe soccombere prima del termine fermato dalla natura.
Duc. Proteo, vi ringrazio della vostra generosa affezione: in ricompensa disponete di me finchè vivrò. M’ero già avveduta dei loro amori quand’essi meno sel pensavano, e intendevo esiliar Valentino: ma temendo d’essermi ingannato, e di disonorare un giovine onesto (impeto di giudicare che fin qui evitai sempre) ho continuato ad accoglierlo con benevolenza, per vedere infine che è colpevole di quello che mi avete detto. Onde però conosciate quali erano intorno a ciò i miei timori, sapendo che la tenera giovinezza è facile a restar sedotta, io chiudevo tutte le notti Silvia in una torre elevatissima, di cui io stesso ho tenuta sempre la chiave; e così era impossibile ch’ei me la rapisse.
Prot. Sappiate, nobile signore, ch’essi hanno immaginato un mezzo col quale ei potrà salire alla di lei finestra, e ch’ei la farà quindi discendere con una scala di funi. Valentino è andato appunto ora a cercarla, e ripasserà fra poco qui, dove volendo