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ATTO PRIMO 151

pietra e calpestarlo con isdegno: poi qui si legge Proteo ferito d’amore; povero nome che le mie mani han ferito, il mio seno come letto t’accoglierà fino che sii sanato; le mie labbra intanto cerchino di guarirti. Ma il nome di Proteo era scritto in varii luoghi. — Rattieni il tuo alito, buon zeffiro, non rubarmi una sola parola ond’io ritrovi ogni sillaba in questi brandelli sparsi, eccetto il mio nome: questo sia da te trasportato per rupi e deserti, e sommerso infine nel mare gonfio di sdegno! Ecco, in una sola riga il suo nome è scritto due volte: il povero abbandonato Proteo, il tenero amante Proteo... alla dolce Giulia, metterò in piccolissimi pezzi queste ultime parole. — E nondimeno, no. Egli ha così ben saputo unirle allo sfortunato suo nome, che tutte nel mio seno vuo’ riporle. Ora baciatevi, abbracciatevi, contendete, fate quello che vi piace. (rientra Lucietta)

Luc. Signora, il desinare è pronto e vostro padre vi aspetta.

Giul. Ebbene andiamo.

Luc. Debbono quei brani di carta, giacersi lì per terra per narrare le vostre avventure?

Giul. Se voi li rispettate, raccoglieteli.

Luc. Fui garrita per averlo voluto fare: ma nondimeno non li lascierò qui per tema che non incappino in un raffreddore.

Giul. Veggo bene che avete voglia di ripigliarli.

Luc. Sì signora, potete ben dire quello che vedete: ma molte cose che veggo io, sono da me dissimulate.

Giul. Venite, venite; vi piace di seguitarmi? (escono)

SCENA III.

Una stanza nella casa d’Antonio.

Entrano Antonio e Pantino.

Ant. Dimmi, Pantino, qual fu il grave discorso che mio fratello ti tenne nel convento?

Pan. Versò sul suo nipote Proteo, figlio vostro.

Ant. Che disse di lui?

Pan. Maravigliò forte che Vossignoria permettesse ch’ei sperdesse qui il suo tempo intantochè altri padri di un grado e di un nome ben meno cospicuo fanno partire i loro figliuoli in cerca di fortune, sia col mezzo delle guerre, o di più miti studii. Dice che vostro figlio Proteo sarebbe riescito nella maggior parte delle imprese in cui fosse posto, e mi scongiurò perchè v’importunassi onde nol lasciate più a lungo inoperoso, e in una inespe-