Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/537

138 MOLTO STREPITO PER NULLA

ingannati da quanto udiste. Ma Margherita merita qualche rimprovero, sebbene le sue intenzioni fossero oneste, come si rileva dall’intero esame.

Ann. Sono ben lieto che tutto sia riescito così.

Ben. Ed io pure, perchè altrimenti dovevo chieder ragione a Claudio di questo oltraggio.

Leon. Figlia, ritiratevi colle vostre donzelle in un’altra stanza, e quand’io vi manderò a cercare, entrate mascherata. Il principe e Claudio mi han promesso di venir da me stamane. — Voi conoscete la vostra parte, fratello; e bisogna facciate da padre alla figlia del fratel vostro, e che ne diate la mano al giovine conte. (escono Beat. ed Ero)

Ann. Ciò farò molto con piacere e con aspetto saldo.

Ben. Uomo del Signore, credo che mi occorrerà il vostro ministero.

Il Frate. In che mai, figlio mio?

Ben. Per incatenarmi o assolvermi in punto di morte; l’uno o l’altro. — Signor Leonato, è vero che vostra nipote mi guarda con occhio d’affetto?

Leon. Fu mia figlia che le prestò quei teneri occhi: nulla è più vero.

Ben. Ed io con occhi d’amore la ricompenso.

Leon. È vista, io credo, che vi fu insinuata da me, dal principe e da Claudio. Ma che cosa volete?

Ben. La risposta, signore, è enigmatica; ma intorno al voler mio, questo è che il vostro consuoni con quello che noi proviamo, e ch’io sia oggi unito a vostra nipote coi nodi di un onorevole matrimonio. — È per tale unione, buon religioso, che chieggo la vostra opera.

Leon. Il mio cuore corrisponde a tal desiderio.

Il Frate. E così l’opera mia. — Viene il principe e Claudio. (entrano Don Pedro e Claudio con seguito)

D. Pedro. Buon giorno a questo bella adunata.

Leon. Buon giorno, prìncipe, buon giorno, Claudio. Noi vi aspettavamo. — Siete voi sempre determinato a sposare la figlia di mio fratello?

Claud. Manterrò quanto dissi, foss’ella anche un’Etiopa.

Leon. Chiamatela, fratello; il religioso è qui pronto. (esce Ant.)

D. Pedro. Buon giorno, Benedick. Che avete voi dunque per mostrar tal faccia di febbraio, così piena di nebbia, di nubi e di tempesta?