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132 MOLTO STREPITO PER NULLA


Dog. Venite, mariuolo; se la giustizia non vi doma, ella non avrà mai più buone ragioni da pesare nella sua bilancia. Come voi siete un dannato ipocrita, così vi si vogliono tener gli occhi addosso.

D. Pedro. Che veggo! Due uomini di mio fratello legati! E Boracchio è uno d’essi!

Claud. Chiedete del loro fallo, signore.

D. Pedro. Uffiziali, quale offesa han commessa questi uomini?

Dog. Essi hanno, signore, fatta una falsa testimonianza; di più han detto menzogne; secondamente sono calunniatori; per sesto ed ultimo delitto denigrarono una fanciulla; terzo hanno avverate cose ingiuste; e per conchiudere, sono diabolici mentitori.

D. Pedro. Prima io ti domando che cosa hanno fatto, terzo, ti chieggo qual è la loro offesa; sesto ed ultimo che cosa commisero; e per conchiudere, qual’è l’accusa tua?

Claud. Molto ben ragionato, e secondo la di lui divisione; per verità la dimanda fu fatta a meraviglia.

D. Pedro. Chi avete voi offesi, messeri, per esser così obbligati a doverne rispondere? Questo dotto giudice è troppo arguto perchè lo si possa intendere. Qual’è l’offesa vostra?

Bor. Dolce principe, non permettete che io sia condotto più lungi pel mio interrogatorio; ma ascoltatemi voi, e poscia questo conte mi uccida. Ho delusi i vostri occhi; e la trama che la vostra saviezza non ha potuto discoprire, questi stolti soldati l’han posta in luce. Sono essi che fra le ombre della notte mi hanno sorpreso e udito confessare a quest’uomo, come Don Giovanni, vostro fratello, mi stimolasse a calunniare Ero; come voi andaste nel giardino, e mi vedeste corteggiar Margherita sotto le vesti di Ero; come poi la disonoraste quando doveva farsi sposa. Costoro conoscono tutto il mio delitto, e più mi sarebbe piaciuto espiarlo colla morte, che doverlo minutamente esporre per mia vergogna. Ero è morta per la mia calunnia, e per la falsa accusa del mio signore: io più non desidero che quella ricompensa, che è dovuta ai malvagi.

D. Pedro. Ognuna di queste parole non entra come ardente ferro nelle vostre vene?

Claud. Inghiottii veleno, mentr’ei le proferiva.

D. Pedro. E fu mio fratello, che t’incitò a tal delitto?

Bor. Sì, e che riccamente me ne ricompensò.

D. Pedro. Ei non è che un composto di tradimenti; fuggito è dopo tale scelleratezza.