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ATTO QUINTO | 131 |
D. Pedro. Vuo’ narrarti come Beatrice ti lodasse l’altro giorno. Io le dissi che tu eri un bello spirito, ed ella mi rispose che in verità eri un bel spiritino. No; diss’io, è un grande spirito; è vero, diss’ella, un grande e grosso spirito: no, replicai, è un buono spirito; è vero, rispose, perchè non fa male ad alcuno; è un savio, diss’io, che possiede molte favelle; lo credo, disse la fanciulla, poichè ei mi giurava una cosa lunedi sera, che spergiurava il martedì mattina; ha quindi due lingue e due favelle. Così per un’ora frantese le tue virtù, ma alfine conchiuse sospirando ch’eri il più bell’uomo d’Italia.
Claud. Per la qual cosa pianse poscia di cuore, dicendo però che non gliene importava...
D. Pedro. E aggiunse che se non ti avesse odiato mortalmente, ti avrebbe amato con furore. La figlia del vecchio ci narrò tutto.
Claud. Tutto tutto; e inoltre. Dio lo vide quand’egli era nascosto nel giardino.
D. Pedro. Ma quando mireremo noi l’arma del toro selvaggio sulla fronte del selvaggio Benedick?
Claud. Col testo scritto sotto: Qui abita Benedick; l’uomo ammogliato?
Ben. Addio, giovine; voi conoscete le mie intenzioni; vi lascio alle vostre ciancie; fate sfoggio di epigrammi, come i millantatori fan mostra delle loro spade, che però, la Dio mercè, non feriscono mai alcuno. — Signore, vi ringrazio delle vostre tante cortesie; ma d’ora innanzi non verrò più vosco. Vostro fratello, il bastardo, è fuggito da Messina; e insieme con lui avete assassinata una dolce e innocente creatura. Quanto a questo giovine e imberbe conte ci rivedremo con lui; e infino a quel momento lo lascio in pace.
(esce)
D. Pedro. Ei parla da senno.
Claud. Sì; e, ve ne fo fede, per l’amore di Beatrice.
D. Pedro. Ti ha egli sfidato?
Claud. Con tutto il cuore.
D. Pedro. Qual bella cosa è un uomo che esce in farsetto e calze, lasciando a casa il proprio acume! (entrano Dogberry, Verges e la guardia con Corrado e Boracchio)
Claud. Quell’uomo è come un gigante per una scimmia: ma una scimmia anche è un dottore per lui.
D. Pedro. Aspettate e abbandoniamo questo soggetto. Medita mio cuore e divien mesto! Non diss’egli che mio fratello era fuggito?