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ATTO QUINTO 129

sul di lui cuore, s’egli osa accettare la sfida; in onta della sua perizia nello schermire, e della sua gioventù.

Claud. Ritiriamoci; non vuo’ aver nulla a fare con voi.

Leon. Puoi tu rigettarmi così? Tu hai uccisa mia figlia; e se me uccidi, giovine, ucciderai almeno un uomo.

Ant. Due di noi ucciderà, ed uomini almeno, oso sperarlo. Ma non rileva, per ora se ne uccida uno. Vincimi e porta le mie spoglie... Lasciate ch’ei mi risponda. — Vieni, seguimi, giovine; vieni, giovine; vuo’ con uno scudiscio insultarti ad onta della tua arte; quant’è vero che sono un gentiluomo, lo voglio.

Leon. Fratello...

Ant. Tacete. Dio sa che amava mia nipote, ed ella è morta per la calunnia di questi traditori, che son tanto arditi per rispondere ad un uomo come io lo sarei per prendere un serpente pel pungolo. Giovani codardi, vili millantatori!

Leon. Fratello Antonio...

Ant. Taci. E che? Io non li conosco e so quello che valgono. Scioperati essi sono, Rodomonti da taverna, che san far mostra di un vano gergo alla moda, e mentono e adulano bassamente; malvagi schernitori che corrompono e calunniano; che stranamente vestiti simulano un aspetto terribile, e spacciano parole di minaccia e di terrore, facendosi pronti ad esterminare i loro nemici se l’osassero. Tali sono.

Leon. Ma fratello Antonio...

Ant. Via, voi non c’entrate; lasciate ch’io solo mi mescoli di ciò.

D. Pedro. Onesti gentiluomini, noi non provocheremo la vostra collera. Il mio cuore è addolorato per la morte di vostra figlia; ma sull’onor mio! ella non era imputata di nulla che vero non fosse, e di cui non avessimo piene prove.

Leon. Signore, signore...

D. Pedro. Non vuo’ ascoltarvi.

Leon. No? Andiamo, fratello, mi sarà fatta ragione.

Ant. Sì, certo, o qualcuno di noi la sconterà cara.

(esce con Leon. Entra Benedick)

D. Pedro. Vedi, vedi: viene l’uomo che mandammo a cercare.

Claud. Ebbene, signore, quali novelle?

Ben. Buon giorno, signore.

D. Pedro. Siate il benvenuto. Giungeste a tempo per interrompere una contesa che stava per succedere..

Claud. Stemmo per aver i nasi tagliati da due vecchi che non hanno più denti.