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128 | MOLTO STREPITO PER NULLA |
sopportare un gran dolore di denti, e nondimeno hanno scritto collo stile degli Dei, facendosi beffe del destino e delle ambascie.
Ant. Almeno non rivolgete contro voi solo tutto il danno, e fatene dividere il peso a coloro che v’offendono.
Leon. In ciò il vostro consiglio è ragionevole, ed io lo seguirò. Un sentimento interno mi ammonisce che Ero è calunniata. Claudio e il principe lo sapranno, e ognuno di quelli che la disonorarono.
Ant. Vengono il principe e Claudio con gran fretta.
(entrano D. Pedro e Claudio)
D. Pedro. Buon giorno, buon giorno.
Claud. Buon giorno ad entrambi.
Leon. Uditemi, signori...
D. Pedro. Abbiam fretta, Leonato.
Leon. Fretta, signore!... Ebbene, addio. Ora avete fretta?... Sia pure, non vale.
D. Pedro. Non ve la prendete con noi, buon vecchio.
Ant. S’ei potesse sdegnandosi farsi da sè giustizia, qualcuno fra di noi morderebbe la polvere.
Claud. Chi l’offese?
Leon. Tu m’offendesti; tu, uomo simulato. — Non porre la mano sulla tua spada; io non ti temo.
Claud. Maledirei la mia mano, s’ella dovesse dar da temere alla vostra vecchiezza. Fu a caso che la mia mano si posò sopra quest’elsa.
Leon. Arrossisci, giovine, nè mi schernire così. Non sono un insensato o un bravaccio, nè mi cuopro del privilegio dell’età per vantarmi di fatti compiuti da giovine, o di quelli che opererei se vecchio non fossi. Abbi a mente, Claudio, quello che ti dichiaro in viso: tu hai così crudelmente oltraggiata la mia innoconte figlia e me, che sono costretto a deporre la gravità che si addice alla mia pacifica vecchiaia, e a dovere con questi capelli, e affranto dal peso degli anni chiederti la soddisfazione che un uomo deve ad un altro. Ti dico che calunniata hai la mia innocente figlia, è che il dardo della tua calunnia le ha trafitto il cuore, sì ch’ella giace sepolta coi suoi avi in una tomba, oimè! dove la vergogna non dormì mai prima di quella, che la tua vile perfidia sparse sopra di lei!
Claud. La mia perfidia?
Leon. Sì, Claudio; la tua perfidia, lo affermo.
D. Pedro. Il vero non affermate, vecchiardo.
Leon. Signore, signore, proverò che quel ch’io dico è vero