Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/511

112 MOLTO STREPITO PER NULLA

ma in parte coi suoi giuramenti, in parte col ministero dell’oscura notte, e principalmente poi per la mia astuzia che confermava ogni calunnia inventata da don Giovanni, essi rimasero ingannati; e Claudio partì pieno di rabbia, giurando di andare dimani al tempio all’ora indicata, e là dinanzi a tutto il sacro corteo disonorarla, col racconto di quanto egli ha veduto questa notte, e rimandarla vergognosamente a casa senza sposo.

Guard. (avanzandosi) V’imponiamo in nome del principe di fermarvi.

Guard. Chiamate il nostro valoroso comandante: noi abbiamo scoperto il più pericoloso tradimento che si vedesse mai nella repubblica.

Cor. Amici, amici.....

Guard. Parlate invano; noi vi obbediremo conducendovi con noi.

Bor. È probabile che troviamo un buon alloggio fra codeste labarde.

Cor. Una buona carcere, ve ne io fede. Venite, vi seguiremo. (escono)

SCENA IV.

Una stanza nella casa di Leonato.

Entrano Ero, Margherita ed Orsola.

Ero. Buona Orsola, svegliate mia cugina Beatrice e pregatela di alzarsi.

Ors. Così farò, signora.

Ero. E ditele di venir qui.

Ors. Gliene dirò. (esce)

Mar. In verità credo che quell’altro pizzo vi starebbe meglio.

Ero. No, buona Margherita, vuo’ portar questo.

Mar. Sull’onor mio, non è neppur bello la metà, e vi assicuro che vostra cugina sarà del mio parere.

Ero. Mia cugina è pazza, e tu pure; non porterò altro che questo.

Mar. Mi piacerebbe quella nuova acconciatura che sta là dentro, se i capelli fossero un po’ più bruni: quanto alla vostra veste è dell’ultima moda. Vidi quella della duchessa di Milano che fu tanto lodata.....

Ero. Oh! ella vince di gran lunga la mia, dicono.

Mar. In verità non è che una veste da camera, in paragone