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110 MOLTO STREPITO PER NULLA


Verg. Voi siete sempre stato reputato un uomo misericordioso, compagno.

Dog. In verità, non vorrei volontariamente cagionare l’appiccatura d’un cane; molto meno di un uomo che sia tal poco onesto.

Verg. Se udite un fanciullo guaire di notte, dovete chiamare la nudrice perchè lo culli.

Guar. E se la nudrice dorme, e non vuol ascoltarci?

Dog. Allora partitevi in pace, e lasciate che il fanciu11o la svegli colle sue grida: perocchè la pecora che non vuole udire i belati del suo agnello, non risponderà mai a muggiti del giovenco.

Verg. Benissimo detto.

Dog. Qui finisce la consegna. Voi, constabile, dovete rappresentare la persona stessa del principe; e se incontrate il principe di notte, potete arrestarlo.

Verg. No, per la Vergine! codesto io penso ch’ei nol possa.

Dog. Scommetto cinque scellini contr’uno, con chiunque conosca gli statuti, che lo può: non già invero senza il permesso del principe, perchè la guardia non deve offendere alcuno, ed è una offesa il fermare un uomo contro la sua volontà.

Verg. Per la Vergine! credo che abbiate ragione.

Dog. Ah! ah! ah! sta bene, signori, buona notte: se qualche cosa di peso accade, chiamatemi: seguite ognuno l’avviso dell’altro, ed anche il vostro proprio. Buona notte. — Venite, vicino.

Guar. Onde, amici, abbiamo inteso qual è il nostro ufficio: assidiamoci qui su questo banco della chiesa fino alle due dopo mezzanotte, e poscia andiamocene a letto.

Dog. Ancor una parola, onesti vicini: vi prego di vegliar alla porta del signor Leonato; perocchè le nozze essendo fermate per dimani, vi sarà un gran tumulto in quella casa stanotte. Addio, siate alacri, ve ne supplico. (escono Dog. e Ver,; entrano Borracchio e Corrado)

Guard. (a parte) Zitto, non ci muoviamo.

Bor. Corrado, dico!

Cor. Son qui, amico, al tuo fianco.

Bor. Per la messa! pungi più della febbre.

Cor. Ti darò poi a ciò risposta; intanto seguita il tuo racconto.

Guard. (a parte) Vi è qualche tradimento, messeri; attenti, attenti.