Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/485

86 MOLTO STREPITO PER NULLA - ATTO PRIMO

vostro fratello con apparecchi regii, e si sta concertando un matrimonio.

D. Gio. È questa una base su di cui si possa fondare qualche malvagità? Dimmi chi è l’insensato che brama tanto di andar in rovina?

Bor. Quest’insensato è nient’altri che il braccio destro di vostro fratello.

D. Gio. Chi? l’elegante, il maraviglioso Claudio?

Bor. Claudio.

D. Gio. Famoso cavaliere! E su qual bella ha egli gittato gli occhi?

Bor. Sopra Ero, la figlia ed ereda di Leonato.

D. Gio. È in verità una colomba ben giovine! E come lo sapete?

Bor. Intento a profumare una sala, vidi venir verso di me Claudio e il principe in grave conferenza e mi nascosi dietro gli arazzi, da cui intesi che il principe avrebbe chiesta Ero per sè, e poscia ceduta l’avrebbe a Claudio.

D. Gio. Venite, venite, seguitemi; questa scoperta può divenire un alimento utile al mio sdegno. Quel giovine si gloria della mia caduta: se posso nuocergli in qualche modo lo farò di buon grado. Voi siete due uomini sicuri, e mi servirete.

Cor. Fino alla morte, signore.

D. Gio. Andiamo a questo ballo; la loro festa è così splendida, che mi hanno soggiogato. Vorrei che il cuoco avesse l’anima mia. Andiamo a combinare quello che vuol farsi.

Bor. Seguiremo Vostra Signoria. (escono)