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54 | LE ALLEGRE FEMMINE DI WINDSOR |
Fal. No, non andrò più nel cesto: non posso io uscire, anzichè ei venga?
Mis. Page. Oimè! tre dei fratelli di messer Ford, armati dì pistole, stan di guardia alle porte; senza di ciò avreste potuto fuggire prima ch’ei giungesse. Ma che fate voi qui?
Fal. Che potrei io fare? M’arrampicherò sul caminetto.
Mis. Ford. È là che sogliono scaricare i loro archibusi quando tornano da caccia. Appiattatevi piuttosto nel forno.
Fal. Dov’è?
Mis. Ford. No, egli vi troverebbe anche ivi; non v’è in casa volta, baule, armadio, pozzo, luogo di ritiro ch’egli non conosca, e non visiti allorchè ha qualche sospetto. È impossibile nascondervi in casa.
Fal. Dunque andrò fuori.
Mis. Page. Se escite sotto le vostre sembianze, morirete, sir Giovanni. Travestitevi...
Mis. Page. Come potremo noi travestirlo?
Mis. Page. Oimè! nol so, non v’è veste da donna abbastanza larga per lui; altrimenti ei potrebbe fuggire sotto abbigliamento muliebre.
Fal. Buoni cuori, imaginate qualche cosa; ogni estremità piuttosto che un omicidio.
Mis. Ford. La zia della mia fante, la pingue femmina di Brentford, lasciò una veste di sopra.
Mis. Page. Sulla mia parola, gli servirà; la è adiposa come lui, e v’è di più il suo cappello e la sua pezzuola. — Correte su, sir Giovanni.
Mis. Ford. Ite, ite, amabile sir Giovanni: mistress Page ed io troveremo qualche adornamento per la vostra testa.
Mis. Page. Presto, presto; vi acconcieremo in un volger d’occhi: mettete i intanto la veste. (Fal. esce)
Mis. Ford. Vorrei che mio marito lo incontrasse così trasfigurato; ei non può patire quella vecchia di Brentford; giura ch’è una strega, e le ha inibita la mia casa, minacciando di batterla.
Mis. Page. Il Cielo lo guidi sotto la verga di tuo marito, e il diavolo poscia amministri i colpi.
Mis. Ford. Ma vien egli davvero?
Mis. Page. Sì, in verità; e parla anche del cesto, quantunque ignori come l’abbia saputo.
Mis. Ford. Lo scopriremo; intanto vuo’ farlo portar di nuovo ond’ei lo incontri alla porta come l’ultima volta.