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ATTO QUARTO 55


SCENA II.

Una stanza nella casa di Ford.

Entrano Falstaff e mistress Ford.

Fal. Mìstrees Ford, il vostro dolore ha cancellata la memoria d’ogni mio patimento. Teneramente mi amate, lo veggo, ed io fo voto di ricambiarvi d’eguale affetto. Ma siete voi ora sicura di vostro marito?

Mis. Ford. Egli è a caccia, dolce sir Giovanni.

Mis. Page. (dal di dentro) Olà, comare Ford! olà!

Mis. Ford. Entrate in quella stanza, buon cavaliere. (Fal. esce; entra mistress Page)

Mis. Page Come state, amica? chi è qui in casa con voi?

Mis. Ford. Nessuno, tranne i miei domestici.

Mis. Page. Veramente?

Mis. Ford. Sì certo. — Parlate più forte. (a parte)

Mis. Page Ne son lieta; godo che nessuno sia qui.

Mis. Ford. Perchè?

Mis. Page. Perchè vostro marito è in uno dei suoi impeti; ei sta col mio sposo e schernisce tutti gli uomini ammogliati: maledica tutte le figlie d’Eva quali che siano; si tocca la fronte, gridando: ahi quali escrescenze! è in tale stato infine che ogni frenetico veduto da me, non sarebbe in suo paragone che un nomo mite e paziente: ho piacere che il pingue cavaliere non sia qui.

Mis. Ford. Parla forse mio marito di lui?

Mis. Page Di niuno, fuorchè di lui: e giura che l’altra volta venne trafugato entro un cesto; protesta che adesso è qui; ed ha chiamato di nuovo la sua brigata per venirlo ad avverare; onde godo che il cavaliere non vi sia; così egli conoscerà la propria stoltezza.

Mis. Ford. A qual distanza è mio marito, mistress Page?

Mis. Page. Vicino, vicino; all’angolo della via; sarà qui a momenti.

Mis. Ford. Oh me perduta!... Il cavaliere è qui.

Mis. Page. Voi dunque siete disonorata ed egli morto. Qual donna siete voi?... Via, via, ch’ei fugga; meglio, il disonore che la morte.

Mis. Ford. Per qual via dovrebbe andare? come lo nasconderò? Lo farò entrar di nuovo nel cesto? (entra Falstaff)