Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/441

42 LE ALLEGRE FEMMINE DI WINDSOR

se siete innocente, ne avrò sommo diletto: ma se avete qui un amante, fatelo fuggir tosto: non impallidite; richiamate i vostri sensi; difendete la vostra riputazione, o dite addio per sempre alla vostra buona vita.

Miss. Ford. Che debbo io fare? Vi è, è vero, una buona anima, un gentiluomo in questa casa, nè temo tanto pel mio onore quanto pel suo pericolo. Darei mille lire perch’ei fosse lontano.

Miss. Page. In nome dell’onore non dite vorrei, darei. Vostro marito è alla porta; pensate a qualche mezzo per farlo evadere: in casa non potete nasconderlo. — Oh come mi avete ingannata! — Guardate, colà sta un cesto; s’egli è di corporatura umana, potrà celarvisi, e coperto di lini passerà come un cesto di bucato. Valendovi dì tal mezzo, mandatelo alla lavandaia.

Miss. Ford. Oimè! è troppo pingue per capirvi. Che debbo io fare? (rientra Falstaff)

Fal. Lasciate che vegga, lasciate che vegga, ho lasciate che vegga! V’entrerò, v’entrerò; seguite il consiglio della vostra amica; v’entrerò.

Miss. Page. Che! sir Giovanni Falstaff! Son queste le vostre lettere, cavaliere?

Fal. Io ti amo, ed amo solo te; aiutatemi: lasciate che mi nasconda; non mai... (entra nel cesto ed è coperto dalle donne con panni sudici)

Miss. Page. Aiutatene a coprire il vostro padrone, fanciullo; chiamate i vostri uomini, mistress Ford. — Perfido cavaliere!

Miss. Ford. Giovanni, Roberto, Giovanni! (esce Robin; rientrano i domeatici) Prendete queste lenzuola, presto; introducete la pertica nei manichi. — Come vacillate! Portatele alle lavandaie di Datche, presto presto. (entrano Ford, Page, Cajus, e sir Ugo Evans)

Ford. Avvicinatevi, ve ne prego: se ho sospettato senza motivo, avrete diritto di beffarmi: i vostri schemi cadano su di me; li avrò meritati. — Ebbene! Dove portate quel cesto?

Dom. Alla lavandaia.

Miss. Ford. Che cosa vi cale ciò? Entrerete anche nelle lavature?

Ford. Lavature? Così potessi lavare il mio onore! Lavature? Sì, in verità; il mare a ciò non basterebbe, (escono i dom, col cesto) Gentiluomini, sognai stanotte, e vi dirò mio sogno. Ma prima le mie chiavi: salite nelle mie camere, cercatevi, trovatevi la volpe. Lasciate prima che chiuda quest’uscio: poscia cacciate.