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24 LE ALLEGRE FEMMINE DI WINDSOR


Ford. Se ciò verifico bene!.....

Pag. Non crederò a quello zingano, quand’anche il ministro della città cel dichiarasse uom veritiero.

Ford. Era un buon garzone: si vedrà.

(entrano mistress Page e mistress Ford)

Pag. Ebbene, Meg?

Miss. Page. Dove andate, Giorgio? Ascoltate.

Miss. Ford. Dunque, amato Franck? Perchè sei sì melanconico?

Ford. Io melanconico? Non sono melanconico. — Rientrate in casa, andate.

Miss. Ford. In verità, tu hai ora qualche fisima in testa. — Volete venire, mistress Page?

Miss. Page. Vi seguo. — Starete a pranzo, Giorgio! Guardate chi giunge. (a parte a miss Ford,) Ella ne sarà messaggiera allo schifoso cavaliere. (entra mistress Quickly)

Miss. Ford. Credetemi, io pure pensava a lei; ella è acconcia a ciò.

Miss. Page. Voi siete venuta per veder mia figlia Anna?

Quick. Sì, in verità; e, pregovi, come sta la buona miss?

Miss. Page. Andiamo a vederla; parleremo con voi almeno un’ora. (escono le tre donne)

Pag. Ebbene, messer Ford?

Ford. Voi udiste quello che quel furfante mi disse?

Pag. Sì; e voi quello che l’altro mi rivelò?

Ford. Credete ne dicessero il vero?

Pag. Appiccateli i malandrini! Non credo che il cavaliere volesse venirne a tanto: e coloro che lo accusano intendono a vendicarsi della loro cacciata: son ribaldi a cui non si vuol prestar fede.

Ford. Erano essi ai suoi stipendii?

Pag. Erano.

Ford. Non apprezzo meno il loro avviso per ciò. — Abita Falstaff alla Giarrettiera?

Pag. Sì; e se egli intende alla caccia di mia moglie, io la lascierò sciolta dinanzi a lui; ove ottenga qualche cosa di più che aspre parole, vuo’ mi cresca il capo.

Ford. Non ho sospetti sulla mia sposa, ma non vorrei lasciarli insieme. Un marito può aver troppa fiducia: non vuo’ arrischiare il mio capo a nulla: tal cosa non mi appaga.

Pag. Guardate il nostro oste della Giarrettiera, che borbottando si avanza. Egli ha vino in testa, o denaro in borsa quand’è sì allegro. — (entrano l’Otes e Shallow) Ebbene, mio oste?