Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/42

8IL RE ENRICO VI — ATTO TERZO 83

cruccia il duca. — Queste non sono le cause vere che hanno acceso il fino sdegno; ciò che lo irrita è, ch’ei vorrebbe che niun altri fuori di lui reggesse; che niuno fuori di lui si appressasse al re. Ecco quello che sveglia le tempeste nel suo cuore; quello che lo fa prorompere in tali clamori, e in sì forsennate accuse contro l’onor mio. Ma ei saprà ch’io sono così illibato.....

Gloc. Illibato! Tu bastardo del mio grande avolo!

Win. Schiavo che la fai da signore, che sei tu altro se non un usurpatore di un trono non tuo?

Gloc. Non sono io protettore di questo regno, prete ribelle?

Win. Ed io non prelato della Chiesa?

Gloc. Sì, come un proscritto nel castello che gli serve d’asilo, e di cui abusa colle sue rapine.

Win. Irriverente Glocester!

Gloc. La tua veste merita certo riverenza, ma non le tue opere.

Win. Roma mi vendicherà di quest’oltraggio.

War. Va dunque ad implorare il suo soccorso.

Som. Milord, sarebbe vostro dovere di contenervi.

War. Voi pure dovreste tenere il vescovo nei limiti del rispetto.

Som. A me sembra che milord avrebbe ad essere più rispettoso e dovrebbe conoscer meglio la dignità degli ecclesiastici.

War. Io penso che Sua Signoria potrebbe essere più umile per mostrar meglio quello che ad un prelato si addice.

Som. Ma non quando il suo sacro carattere è tanto manomesso.

War. Sacro o profano, che vale? Non è Sua Grazia il protettore di questo regno?

Plan. (a parte) Plantageneto, lo veggo, deve qui rattenere la lingua, perocchè gli si potrebbe dire: parlate quando siete richiesto; le vostre audaci parole debbono esse mescolarsi a quelle dei lórdi? Senza tal timore avrei già vibrato un dardo a Winchester.

Enr. Ziì di Glocester e di Winchester, primi rettori della nostra Inghilterra, vorrei pregarvi, se le preghiere avessero su di voi qualche impero, di rimettere i vostri cuori in pace, e in sentimenti di amistà. Oh quale scandalo per la nostra corona che due Pari tanto illustri quali voi siete discordino! Credetemi, signori, i miei giovani anni possono dirvi come la dissensione sia un serpe funesto che rode le viscere dello Stato. (si ode al di dentro un gran rumore e grida di: morte ai mantelli bruni!) Che tumulto è questo?