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ATTO PRIMO 17


SCENA IV.

Una stanza nella casa del dottor Cajus.

Entrano Quickly, Simple e Rugby.

Quick. Giovanni Rugby, te ne prego, avvicinati alla finestra e guarda se viene il mio padrone, il dottor Cajus; se giungesse e trovasse gente in casa l’udreste abusare della pazienza di Dio e del re.

Rug. Corro a vedere. (esce)

Quick. Ricompenserò le tue fatiche, in fede di massaia. Stassera berremo di quel migliore, appena il mio padrone sia coricato. Quello è un buon domestico, servizievole, compiacente e non cianciatore, nè amator di contese: il suo maggior vizio è di aver fede nelle preghiere; in ciò è alquanto contumace, ma molti altri hanno quel difetto; basta di tal cosa. Voi dite che il vostro nome è Pietro Simple?

Sim. Sì, in mancanza di un migliore.

Quick. E messer Slender è vostro padrone?

Sim. Appunto, appunto.

Quick. Non è quegli che porta una gran barba rotonda, foggiata a guisa d’un coltello da guantaio?

Sim. No; ei non ha che pochi peli sul mento, e questi colore della barba di Caino.

Quick. Un uomo alacre, non è così?

Sim. Sì, ed alto, dritto e robusto: ha combattuto contro un guardacaccia.

Quick. Che dite? Oh! me ne rammento. Non tiene sollevata il capo e non è fiero il suo portamento?

Sim. Così è.

Quick. Ebbene, il Cielo non mandi ad Anna Page peggiori fortune! Dite a messer lo parroco Evans che farò quanto posso pel vostro padrone. Anna è una buona fanciulla, e desidero....

(rientra Rugby)


Rug. Oimè me! viene il padrone.

Quick. Sarem tutti garriti..... corri via, buon giovine; va in quel gabinetto. (chiude Simple in un gabinetto) A lungo non si tratterrà. — Ebbene, Giovanni Rugby! Giovanni, Giovanni, dico! Va, Giovanni, a far ricerca del mio padrone; temo non istia bene, poichè non vien qui. La la, la la, la la....

(canta; entra il dottor Cajus)


V. VI. — 2      Shaksprare, Teatro completo