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ATTO PRIMO 13


Shall. S’avanza la vaga miss: potessi io esser giovine, per amor vostro, mistress Anna!

Ann. Il pranzo è imbandito; mio padre desidera la compagnia di vossignoria.

Shall. Andrò da lui, vaga mistress Anna.

Ev. Benedetta sia la volontà del Signore! Non vuo’ esser lontano all’azione di grazia. (esce con Shall.)

Ann. Piace a vossignoria di entrare?

Slen. No, vi ringrazio, in verità, di cuore; qui sto assai bene.

Ann. Il pranzo vi aspetta, signore.

Slen. Non sono un affamato, vi ringrazio, in verità. Va, mio valletto, che componi tutto il mio seguito, va e bada a mio cugino Shallow. (esce Simple) Un giudice di pace può qualche volta abbisognare del domestico di un suo amico. Io mantengo tre uomini e un mozzo, finchè mia madre sarà morta; ma nondimeno sto sempre come un povero gentiluomo.

Ann. Non entrerò senza di voi: non vorranno sedere finchè non siate rientrato.

Slen. In fede non mangierò nulla: ma vi ringrazio, come se lo facessi.

Ann. Pregovi, signore, entrate.

Slen.. Passeggerò piuttosto qui, vi ringrazio; mi ammaccai uno stinco l’altro di schermendo con un maestro di spada e pugnale: da quel tempo in poi non mangio che susine cotte. Perchè i vostri cani latrano così? Vi sono orsi nella città?

Ann. Credo che ve ne siano, signore; ne ho udito parlare.

Slen. Amo molto quel sollazzo, e combatterei con uno di essi, come ogni più prode d’Inghilterra. — Voi tremereste vedendo un orso sciolto, non è vero?

Ann. È vero, signore.

Slen. Mi è cibo e bevanda la vostra ingenuità: io ho veduto Sackerson1 sciolto, venti volte, e l’ho preso per la catena: ma vi assicuro che le donne urlavano tanto da non potersi esprimere: invero le donne non possono favorirli, chè e’ sono troppo brutti. (rientra Page)

Pag. Venite, gentile Slender, venite, noi vi aspettiamo.

Slen. Non mangierò nulla, vi ringrazio, signore.

Pag. Pel gallo! non farete il voler vostro; venite, venite.

Slen. No, ve ne prego, andate innanzi.

Pag. Venite.

  1. Nome di un orso.