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368 IL RE ENRICO VIII

morto. Se ha fatto un buon fine, mi ha preceduta fórse per servirmi di esempio.

Griff. Sì, un buon fine, signora! Tale è la voce pubblica. — Dopo che il gran conte di Northumberland l’ebbe arrestato a York, e volle condurlo per rispondere alle leggi, com’uomo incolpato di gravi delitti, ei cadde di subito malato, e il suo male divenne così violento che non poteva restar seduto sulla sua mula.

Cat. Oimè! povero infelice!

Griff. Infine a piccole giornate egli arrivò a Leicester, e alloggiò nel monastero, dove il reverendo padre abate, con tatti i suoi religiosi, lo ricevè onorevolmente. Il cardinale gl’indirizzò queste parole: «Oh! mio buon padre, un vecchio, sbattuto dalle tempeste della Corte, viene per riposare in mezzo a voi le sue membra affralite. Accordatemi per carità un poco di terra». Poi si mise a letto; e la sua malattia fece tanti progressi, che la terza notte dopo il suo arrivo, verso le otto, ora ch’egli aveva predetta come la sua ultima, pieno di pentimento, immerso in continue meditazioni, fra lagrime e sospiri, rese al mondo le sue dignità, al Cielo la sua anima, e s’addormì in pace.

Cat. Gli sia lieve la terra, e le sue colpe deterse non pesino sopra di lui nel sepolcro! Permettimi nondimeno, Griffith, che io ti esponga il mio pensiero intorno a lui, senza però offendere la carità. Egli era un uomo d’un orgoglio senza limiti, che camminar voleva a paro dei principi; un uomo che co’ suoi perfidi consigli decimato avea il regno: la simonia non era che un giuoco per lui: la sua opinione era la sua legge, ed ei negava la verità, subdolo sempre nelle parole come ne’ pensieri. Non mai egli mostrava commiserazione se non quando meditava l’altrui ruina: le sue promesse erano ricche e potenti, ma l’esecuzione quasi sempre nulla. Ei si abbandonava al vizio, e dava al clero esempi scandalosi.

Griff. Nobile principessa, il male che fanno gli uomini vive scolpito sul bronzo, e le loro virtù noi le segniamo sull’acqua. Vostra Altezza mi permetterebbe di dire a volta mia quanto vi era di bene in lui?

Cat. Sì, caro Griffith, altrimenti sarei malvagia.

Griff. Quel cardinale, sebbene uscito da una schiatta non troppo illustre, era certamente fatto per salire alle più alte dignità. Fuori appena dalla culla egli era già dotto e pieno di scienza: possedeva la eloquenza più nobile che gli uomini possano conoscere. Altero e duro per coloro che non erano suoi amici, egli era dolce come una sera d’estate per quelli che lo corteggiavano.