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366 IL RE ENRICO VIII


Gent. Essi son felici, e lo saran tutti quelli che le stanno vicino: credo che quella che precede le dame sia la nobile duchessa di Norfolk.

Gent. Appunto, e le altre sono lady di primo ordine.

Gent. I loro diademi lo mostrano. Sono stelle, e alcune forse in procinto di cadere.

Gent. Non più di ciò. (esce il corteo ai tuono è l’una lieta musica. Entra un terzo gentiluomo) Iddio vi salvi, signore! Dove foste voi?

Gent'. Fra la folla, nell’Abbazia; dove non si sarebbe potuto introdurre un dito; e son quasi soffocato per tanta pressa.

Gent. Vedeste la cerimonia?

Gent. Sì.

Gent. Come seguì?

Gent. Mirabilmente!

Gent. Vogliate raccontarcela, signore.

Gent. Lo farò come potrò. Quella lunga e splendente fila di lòrdi e di lady, avendo condotto la regina al seggio che le era ammanito, s’è tosto posta a una certa distanza da lei; e la regina s’è assisa sopra un ricco e magnifico trono, spiegando tutte le grazie della sua persona agli occhi del popolo. Oh! credetemi, è la più bella donna che mai sia entrata nel letto d’un mortale! Allorchè si è mostrata ai liberi e avidi sguardi del pubblico si è innalzato un rumor sordo d’approvazione, e gli abiti, i mantelli, i guanti volavano per aria; e credo che se avessero potuto gettar per aria le teste, lo avrebbero fatto. Non vidi mai più schietta allegrezza. Donne incinte, e i cui parti non saran lontani forse più d’una settimana, si mescolavano fra la folla con impeto, incurevoli del loro stato, e come gli arieti delle guerre antiche battevano coi grossi ventri quanto si opponeva al loro passaggio, onde poter vedere l’amabile volto di Sua Maestà.

Gent. E poi?

Gent. E poi Sua Maestà sorse, e con passo modesto andò agli altari, dove inginocchiossi, e in sembianza di santa alzò i begli occhi al Cielo, dirigendovi un’ardente e affettuosa preghiera. Quindi si levò e s’inchinò dinanzi al popolo, e poi si sottopose a tutte le cerimonie dell’incoronazione d’una regina, dico l’olio santo, la mistica colomba, la corona d’Eduardo il Confessore, la verga del comando, e tutti gli altri simboli che con dignità le sono stati porti; cerimonie che riempì l’arcivescovo di Canterbury. Finite queste, il coro, composto dei più celebri musici del regno, ha cantato il Te Deum; poscia ella è uscita dalla