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ATTO TERZO 355


aria grave: l'attenzione stava dipinta nel suo viso; e mi ha commesso di dirvi di aspettarlo qui questa mattina.

Wol. Sta per escire?

Crom. Credo di sì.

Wol. Lasciatemi per un istante. (Crom. esce) Sarà la duchessa d’Alençon, la sorella del re di Francia ch’ei deve sposare. — Anna Bolena? No. Non vo’ Anne Bolene per lui. Vi sono ragioni più solide di un bel volto. — Bolena? No, no. — Desidero ardentemente aver notizie di Roma. — La marchesa di Pembroke!.... (resta pensoso)

Nor. È malcontento.

Suff. Forse sa che il re arrota contro di lui la sua vendetta.

Sur. Sia ella tremenda, mio Dio, per provare la tua giustizia.

Wol. Una donzella d’onore della regina, figlia di un baronetto, divenir signora della sua signorai regina della regina! Codesto lume non arde chiaro: converrà ch’io lo spenga; meglio le tenebre che il crepuscolo. — Che vale ch’io la sappia virtuosa e piena di merito? So ben anche che è un’ardente luterana, e non è salutare pei nostri interessi ch’ella riposi sul seno del nostro re, già tanto difficile a reggere. Ecco poi un eretico uscito dal nulla, un Cranmer, un uomo che si è insinuato, strisciando, nella grazia del monarca, e che è già divenuto il suo consigliere.....

Nor. Qualche cura lo travaglia.

Sur. Vorrei fosse tale da rodergli la più cospicua fibra del cuore. {{Ids|(entra il Re leggendo alcune carte, e Lovell)

Suff. Il re, il re.

Enr. Quali ricchezze egli ha accumulate per sè, e quant’oro versato è ad ogni istante dalle sue mani! A qual fine si fe’ egli così dovizioso? (avanzandosi) Signori, vedeste il cardinale?

Nor. Eravamo qui ad osservarlo, mio sovrano: qualche strana commozione è nel suo cervello: ei si morde le labbra, rabbrividisce, poi guarda la terra e si tocca la fronte. Ora va a passi concitati, ora si ferma e si batte con violenza il petto. Un istante dopo alza lo sguardo al cielo e muta ad ogni momento di positura.

Enr. Sarà commosso, ben lo credo. Questa mane ei mi ha mandato certe carte di Stato che gli avevo chiesto, e sapete cosa ho trovato? Oh! strana inavvertenza in lui! Ho trovato un documento che conteneva l’inventario della sua argenteria, del suo tesoro, de’ mobili di sua casa; e vidi che ascendeva ad un eccesso d’opulenza e di fasto, che passa di molto i limiti della fortuna di un suddito.

Nor. Fu senza dubbio il Cielo: la mano invisibile di qualche