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352 | IL RE ENRICO VIII |
nè amici, nè speranze; niun parente piangerà per me, e neppure una tomba mi sarà forse concessa. Simile al giglio che regnò un dì sui campi fiorenti, piegherò il moribondo capo, e perirò.
Wol. Se Vostra Grazia volesse lasciarsi convincere che i nostri fini sono onesti, trovereste maggiori consolazioni. Perchè vorreste che intendessimo a nuocervi? A quale scopo? I nostri uffici e il nostro carattere, tutto si oppone a tal pensiero. Noi veniamo per guarire i vostri dolori, non per inasprirli. In nome della bontà! considerate quello che fate, e quanto oltraggiate voi stessa. Voi vi soggettate ad essere divisa interamente dal re con tal condotta. Il cuore dei re si commuove all’obbedienza, ma freme contro gli spiriti ribelli, e la loro collera è terribile come la tempesta. Io so che voi avete una tempra piena di dolcezza, un’anima pura e serena; vi scongiuro! degnate crederci quello che facciamo professione di essere, mediatori cioè di pace, e sinceri vostri amici.
Cam. Signora, convinta ne sarete dalle prove. Voi disonorate le vostre virtù con questi timori di un’anima debole. Uno spirito nobile come il vostro deve rigettare lungi da sè le diffidenze e le inquietudini, come un metallo falso. Il re vi ama; guardate di non perdere tal amore. Quanto a noi, se vi piace di affidarvi alle nostre cure in questo negozio, noi siam pronti a far tutto per ben servirvi.
Cat. Ebbene, fate quello che giudicherete opportuno, signori, e perdonatemi, ve ne supplico, se adoperai con voi troppo ricisamente. Voi sapete ch’io non son tale da potere intrattenere dicevolmente uomini del vostro carattere. Vi prego di portare il mio rispetto a Sua Maestà: egli ha ancora il mio cuore, ed avrà i miei voti e le mie preghiere finchè durerà la mia vita. Andiamo, venerandi prelati, datemi i vostri consigli; ve li chiede oggi colei che non pensava, allorchè mise il piede in questa Corte, di dover comprare sì caro il suo titolo e le sue grandezze.
(escono)
SCENA II.
Un’anticamera nell'appartamento del Re.
Entrano il duca di Norfolk, il duca di Suffolk, il conte di Surrey, e il lord Ciambellano.
Nor. Se voi voleste ora unirvi e persistere con tenacità nelle vostre querele, sarebbe impossibile che il Cardinale si soste-