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ATTO SECONDO 333

detta. Io non spero più nulla in questo mondo, e non impetrerò la mia grazia, sebbene il re sia più clemente ch’io non potessi essere colperole. Voi, eletti cuori, che mi amate, e avete il coraggio di compiangere pubblicamente Buckingham; voi suoi nobili amici, suoi fidi compagni, da cui egli stenta tanto a separarsi: sola idea che sia amara al suo cuore, sola che gli faccia trovar crudele il morire; accompagnatemi voi come buoni angeli al termine mio, e allorchè il colpo della mannaia mi dividerà da voi, pregate perchè la mia anima possa salire in Cielo. — Conducetemi in nome di Dio.

Lov. In nome della carità supplico Vostra Grazia, se mai avete celato nel vostro cuore qualche risentimento contro di me, di perdonarmi ora con schiettezza.

Buck. Sir Tommaso Lovell, io vi perdono così sinceramente quanto desidero che a me venga perdonato: a tutti perdono. Non possono esservi offese contro di me, fossero anche innumerevoli, ch’io non sapessi dimenticare: niun sentimento d’odio entrerà con me nel mio sepolcro, — Raccomandatemi a Sua Maestà, e s’ei vi parla di Buckingham ditegli, ve ne prego, che l’avete veduto a metà in Cielo: i miei voti e le mie preghiere s’innalzano ancora pel re, e fino a che la mia anima non mi abbandoni, non cesseranno d’implorare su di lui le benedizioni celesti. Possa egli vivere più anni ch’io non potrei annoverarne nel tempo che mi rimane da stare su questa terra! Amare e farsi amare gli siano norma e guida; e allorchè la vecchiaia lo condurrà al suo fine, la bontà ed esso occupino un medesimo sepolcro!

Lov. Son io che debbo condurre Vostra Grazia sino alla sponda del fiume: là finisce il mio ufficio, e cedo quindi il posto a sir Niccola Vaux, che ha obbligo di accompagnarvi pel resto che vi rimane.

Vaux. Si apparecchi tutto; il duca s’avanza; abbiate cura che la barca sia pronta (ad alcuni del seguito), e che venga decorata con tutta la pompa che si addice alla sua persona.

Buck. No, Vaux: non pensate a tali apparecchi. Le pompe non potrebbero ora che insultare alla mia sorte; allorchè io qui venni ero lord contestabile e duca di Buckingham: ora non sono che il povero Eduardo Bouhn. E nondimeno son più ricco de’ miei accusatori che mai non conobbero il prezzo della verità. Questa verità io ora suggello col mio sangue, e tal sangue sarà un dì espiato dai loro gemiti. Il mio nobile padre Enrico di Buckingham, che primo levò la testa contro l’usurpatore Riccardo, sendo