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ATTO PRIMO | 323 |
Cat. Mi duole che il nobile duca sia incorso nella vostra disgrazia.
Enr. Molti altri ne sono afflitti. Era un nomo d’una rara eloquenza. Niuno deve alla natura più di lui, e fornito fu di una educazione così estesa e così ricca ch’ei potrebbe istruire i più dotti maestri, senza abbisognar mai del soccorso di lumi stranieri! Mirate nondimeno che allorchè simili doni non si trovano uniti a un cuore onesto e l’anima è corrotta, mirate come si trasformano in vizii molte volte più orrendi, che belli prima essi medesimi non fossero. Quel mortale così aggraziato che si riputava un prodigio della specie umana, e che noi ascoltavamo lietissimi, pensando che un suo discorso d’un’ora non fosse durato che un minuto; quell’uomo ha volto al peggio le grazie sue naturali, ed è divenuto più nero e spaventoso, che se apparso fosse al mondo tinto dei colori dell’inferno. — Assidetevi accanto a noi, e udirete costui, intimo suo, che vi narrerà cose da farvi gemere e inorridire. — Ordinategli di ripetere l’odioso racconto che già ne ha fatto; non potremmo mai troppo intenderlo, e indurirci di troppo contro la pietà.
Wol. Avanzatevi (all’Inten.) e raccontate liberamente e da suddito coraggioso e fedele tuttociò che voi sapete intorno ai disegni del duca di Buckingham.
Enr. Parlate liberamente.
Int. Anzitutto ei soleva dire ogni giorno: che se il re fosse morto senza posterità egli avrebbe tanto fatto che si sarebbe appropriato lo scettro. L’ho udito pronunciar spesso queste parole al suo genero lord Abergavenny, a cui affermava con sacramento e minaccie che vendicato si sarebbe del cardinale.
Wol. Supplico Vostra Maestà di esaminare questa parte del suo funesto divisamento. Non essendo egli in favore appo voi quanto desidera, contro di voi nutre il suo massimo odio che poscia distende anche sui vostrì amici.
Cat. Dotto cardinale, siate pio nelle vostre interpretazioni.
Enr. Parla: e sopra che appoggiava egli i suoi titoli alla corona nell’evento di nostra morte? Su di ciò l’hai mai udito parlare?
Int. A questi pensieri era stato indotto da una vana profezia di Niccola Hopkins.
Enr. Chi è Hopkins?
Int. Un frate certosino suo confessore, sire, che infiammava ad ogni momento la sua anima con isperanze di regno.
Enr. Come sai ciò?
Int. Qualche tempo prima che Vostra Altezza partisse per la