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318 IL RE ENRICO VIII


Wol. L’intendente del daca di Baddngham? Ah! dov'è la deposizione?

Segr. Eccola, milord.

Wol. È egli pronto a sostenerla in persona?

Segr. Sì, così piaccia a Vostra Grazia.

Wol. Bene, ne sapremo di più, e Buckingham diverrà più umile ne’ suoi sguardi. (esce col suo seguito)

Buck. Quel beccaio1 ha i denti avvelenati, ed io non potrei abbatterlo: meglio è quindi nol destare. I libri e la vile scienza di un cherico son anteposti al sangue dei nobili.

Nor. Voi siete sdegnato? Pregate il Cielo che vi infonda moderazione; è il solo farmaco al vostro male.

Buck. Ho letto ne’ suoi occhi i suoi neri divisamenti; il suo sguardo cadde sopra di me, come sopra l’oggetto più degno del suo disprezzo: ora forse le frodi sue mi avrentano qualche perfido colpo. È andato dal re, vo’ seguirlo, e confondere la sua audacia colla mia presenza.

Nor. Aspettate, milord, aspettate che la collera permetta alla vostra ragione di pensare a quello che state per fare. Per giungere alla cima di una montagna giova salir dolcemente. La collera somiglia a un corsiero ardente che, se si lascia alla sua foga, rimane in breve spossato. Non v’è in tutta Inghilterra uomo che possa dare migliori consigli di voi: siate dunque ora per voi stesse quello che sareste per un vostro amico.

Buck. Vo’ andare a trovare il re, e dichiarargli da lord tutta l’insolenza di quel plebeo d’Ipswick; o pubblicar dapertutto che non si fa più alcuna distinzione fra il grado degli uomini.

Nor. Lasciatevi guidare da me. Non correte ad accendere pel vostro nemico una fornace, che finirà per abbruciarvi. Un eccesso di sollecitudine può trasportarci al di là dell’intento e farci fallire la meta. Non sapete che il fuoco che pone in ebullizione il liquore di un vaso, sebbene sembri aumentarne il volume, lo spande e lo consuma? Seguite il mio consiglio, ve lo ripeto; non v’è uomo in Inghilterra più atto a ben condursi di voi, se volete permettere alla vostra ragione d’estinguere, o almeno di calmare il fuoco della passione.

Buck. Vi ringrazio, e aderirò al vostro suggerimento; ma quell’uomo tronfio d’orgoglio (e non è il fele dell’odio che me lo fa accusare, ma lo sdegno della virtù), da prove chiare come lo sono le fonti del mese di luglio, allorchè discemer puossi in fondo ad esse ogni grano di sabbia, è, lo so, un traditore.

  1. Wolsey era figlio di un beccaio.