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308 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III

al suo posto. — Che vi dirò io di più di quello che vi dissi? Pensate con quali uomini avete a fare. Con una torma di vagabondi, miserabili, feccia di Bretagna: di vili e ignobili villani, che la loro terra vomita dal suo seno e manda ad imprese, disperate e a sicura mina. Essi vogliono eccitare voi, che godete di pace e sicoreasa, alle rivolte e ai disordini: a voi, che possedete belle terre e belle donne, vogliono rapir le une e corromper le altre. E qual è il duce che li guida, se non se uno scorto avventuriere nutrito lungo tempo da nostro fratello? Un codardo che non intese mai in tutto il tempo di sua vita il freddo della neve sulla sua calzatura! Respingiamo con colpi di scudiscio tali banditi sui mari; purghiamo l’Inghilterra da quella ciurma sfuggita di Francia; da quei mendichi affamati e stanchi di vivere, che senza il sogno insensato che han fatto su questa pazza impresa, si sarebbero uccisi da se stessi per mancanza di cibo. Se noi dobbiamo esser vinti, siano uomini almeno che ci vincano, e non quei Bretoni degenerati che i nostri padri han battuti e puniti nei loro medesimi focolari, e a cui lasciarono la vita per perpetuare la memoria della loro ignominia. Che! consaitireste voi che quei vili schiavi s’impossessassero delle vostre terre, godessero le vostre mogli, rapissero le vostre figlie? Ascoltate!... Io odo il loro tamburo (suono di tamburo lontano). Combattete, gentiluomini d’Inghilterra! Combattete voi, audaci coloni! Ardori, piegate i vostri archi e non mirate che alle teste. Immergete gli speroni nei fianchi dei cavalli, e nuotate nel sangue. Intronate il cielo coi colpi delle vostre lande! (entra un Messaggiere) Che dice lord Stanley? Vuoi egli guidare il suo esercito?

Mess. Ei niega di venire, milord.

Ricc. Si tronchi la testa a suo figlio Giorgio.

Nor. Mio prindpe, il nemico ha varcato le paludi: aspettate dopo la battaglia a far morire Stanley.

Ricc. Io mi sento balzar nel seno mille cuori. Stendardi, avanzatevi: avventiamoci sul nemico. Il nostro antico grido di guerra San Giorgio ci ispiri la rabbia dei draghi fiammeggianti! Voliamo! la vittoria siede sui nostri pennacchi. (escono)