Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/311

302 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III


Cat. Ora di cenare, milord: son nove ore.

Ricc. Non vo’ cenare questa sera. — Datemi un po’ d’inchiostro e di carta. — La visiera del mio elmo è stata riparata? Tutta la mia armatura sta essa nella mia tenda?

Cat. Sì, milord; ogni cosa è pronta.

Ricc. Buon Norfolk, va alle tue incombenze; sii diligente e scegli sentinelle fedeli.

Nar. Vado, milord.

Ricc Alzati colla lodola dimani, gentil Norfolk.

Nor. Questo vi prometto, milord. (esce)

Ricc. Ratcliff...

Rat. Milord?

Ricc. Manda un sergente al quartiere di Stanley che gli comandi di condurre il suo esercito prima dell’alzata del sole, se non vuole che suo figlio cada nell’eterna notte. — Empimi una tazza di vino. — Accendi un lume. — Tu sellerai il (a Catesby) mio bianco Surrey1 per la battaglia di dimani — Guarda che il legno delle mie lancie sia solido, e non troppo grave. — Ratcliff...

Rat. Milord?

Ricc. Vedesti il malinconico sire di Northumberland?

Rat. Lo vidi col conte di Surrey nell’ora del crepuscolo, che andavano di quartiere in quartiere, animando i soldati.

Ricc. Son contento. Dammi una tazza di vino; non mi sento quell’alacrità di spirito e quella gaiezza di mente ch’io soglio avere. — Poni là quella tazza. — Mi hai apparecchiato l’inchiostro e la carta?

Rat. Sì, milord.

Ricc. Comanda alle sentinelle una vigile custodia, e lasciami. A mezza notte vieni alla mia tenda, per aiutarmi ad armare. — Lasciami, dico, (si ritira nell’interno della tenda: escono Ratcliff e Catesby; l’altra tenda si apre, lascia vedere Richemond coi suoi ufficiali; entra Stanley)

Stan. Fortuna e vittoria riposino sul tuo elmo.

Rich. Tutte le gioie che sa dare la fosca notte ti accompagnino, mio nobile padrino! Dimmi, come sta la nostra amata madre?

Stan. Ebbi incarico di recarvi i suoi voti; ella non cessa di pregare il Cielo pel vostro buon successo. Ma basta su di ciò; le ore silenziose della notte trascorrono, e alcune striscie di luce rompono già la spessezza delle tenebre. In poche parole,

  1. Nome di un cavallo.