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ATTO QUINTO 301


Nor. Saremo battuti e batteremo, mio amato sovrano.

Ricc. Si eriga qui la mia tenda; qui io vo’ giacermi questa notte. (alcuni soldati cominciano ad innalzare la tenda del re) Ma dove dormirò dimani?... Non vale. — Chi di voi sa qual sia il numero dei traditori?

Nor. A sei o settemila ascendono.

Ricc. Il nostro esercito è tre volte più numeroso. Inoltre il nome e la presenza del re sono un baloardo invincibile, e tal vantaggio non hanno i ribelli. S’innalzino le tende. — Andiamo, nobili lòrdi, andiamo alla conoscenza dei posti. — Si chiami qualche ufficiale di senno e d’esperienza: attendiamo con ogni cura alla disciplina, e non perdiamo un minuto, perocchè dimani sarà un giorno di grandi opere. (escono; entrano da un’altra parte del campo Richemond, sir Guglielmo Brondon, Oxford ed altri lòrdi. Alcuni soldati s’adoprano a erigere la tenda di Richemond) Rich. Il sole, stanco del suo corso, l’ha terminato con un fulgido tramonto, e le vestigie dorate che il suo carro di fuoco lascia nel cielo ci annunziano un bel dimani. — Voi, sir Brondon, porterete il mio stendardo — Vi sia carta e inchiostro nella mia tenda. — Io vo’ fare il disegno della nostra battaglia, distribuire ad ogni capitano il suo posto o i suoi uffici, e ripartire equamente il nostro piccolo esercito. — Oxford, Brondon, Herbert, restate meco. Il conte di Pembroke comanderà il suo reggimento. Caro capitano Blunt, salutate Pembroke per me e ditegli di venirmi a trovare nella mia tenda alle due del mattino. — Udite anche una cosa: dov’è acquartierato milord Stanley?

Blunt. Se non errai sui colori dei suoi vessilli, il suo reggimento è a più che a un mezzo miglio di distanza dal re da lato di mezzogiorno.

Rich. Se fosse possibile senza troppo arrischiare, caro Blunt, vorrei v’abboccaste con lui, e gli deste questo foglio che racchiude importanti istruzioni.

Blunt. A rischio della mia vita, milord, lo farò; e assumo l’ufficio con gioia. Dio vi conceda un sonno tranquillo in questa notte!

Rich. E a te pure, ottimo capitano. — Venite, signori, entriamo nella mia tenda per conferire sulle cose di dimani; chè l’aria è già fatta troppo rigida. (entrano nella tenda; si mostrano nell’altra tenda di Riccardo il re Riccardo, Norfolk, Ratcliff e Catesby)

Ricc. Che ora è?