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22 IL RE ENRICO VI


Bor. Ed io per questo.

Tal. E di qui salirà Talbot, o troverà la sua tomba. Ora, diletto Salisbury, è per te, e pei diritti di Enrico d’Inghilterra che noi combatteremo, e in questa notte si vedrà quant’io fossi affezionato ad entrambi (gl’Inglesi don la scalata gridando: san Giorgio! e Talbot! ed entrano nella città; la sentinella dal di dentro grida due volte: allarme! I Francesi corrono su le mura vestiti appena per metà. Entrano da varie parti, il Bastardo, Alençon, Renato, ecc.)

Alen. Come, compagni, in tale abbigliamento mi comparite?

Bast. E lieti eziandio di esser potuti fuggire.

Ren. Tempo era, io credo, di svegliarci, e di lasciare il letto: l’allarme risuonava alle porte delle nostre stanze.

Alen. Di tutti i fatti che ho veduto dacchè pratico il mestiere delle armi, non mai udii parlare d’impresa più avventurosa e più disperata di questo assalto.

Bast. Credo quel Talbot un demonio d’inferno.

Ben. Se non è l’inferno, il Cielo certo lo seconda.

Alen. Viene Carlo; stupisco della sua alacrità.

(entrano Carlo e la Pulcella)

Bast. Silenzio! La santa Giovanna era la sua angiola guardiana.

Car. È questa la tua arte, donna ingannatrice? Ci piaggiasti tu sola con un felice successo, per espome quindi ad una perdita dieci volte maggiore?

Pul. Perchè Carlo è egli così impaziente coi suoi amici? Volete voi che il mio potere sia eguale in ogni circostanza? Volete che io vinca del pari o desta, o assopita, e accagionerete me di ogni male? Soldati improvvidi, se fatta aveste buona guardia, questa subita disavventura non vi sarebbe toccata.

Car. Duca d’Alençon, la colpa fu vostra; spettava a voi la custodia notturna e attender dovevate meglio perchè fosse ben compiuta.

Alen. Se tutte le vostre strade fossero state visitate con tanta cura, come quelle di cui io ebbi la sorveglianza, si vergognoso infortunio non ci sarebbe accaduto.

Bast. Io vigilai certo attentamente.

Ben. Ed anche io, signore!

Car. E per me, ho passata la più gran parte di questa notte ora nel palazzo della Pulcella ora nel mio, correndo di guardia in guardia, e interrogando le ascolte; or come i nemici sono essi potuti entrare? Per qual parte ruppero il muro?