Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/301

292 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III

vengono dopo gli cagionano lunghi martori. Se tolto ho il regno ai vostri figli, a farne ammenda lo darò alla figlia vostra. Se ho fatto perire i frutti del vostro seno, vo’ risuscitare la vostra posterità col mio imeneo, generandone una egualmente formata del vostro sangue. Il nome di avola è dolce al pari di quello di madre: i miei figli, figli vostri diverranno, quantunque d’un grado più lontani da voi, e vi saranno costati le medesime pene, tranne una notte di dolori che soffrirà di più di voi quella, il di cui amore mi ha indotto a causarvi tante ambascie. I vostri figli formarono la sventura della vostra gioventù, i miei faranno la consolazione della vostra vecchiaia. La perdita che voi dolorate è quella di un figliuolo che oggi sarebbe re; ma è per questa medesima perdita che la figlia vostra divien regina. Non posso risarcirvi interamente come vorrei, e perciò accettato le offerte che stanno in mio potere. Dorset, vostro figlio, preso da timori è andato ad errare tristamente in terre straniere: tal felice alleanza lo richiamerà tosto, e lo farà ascendere ai più alti onori. Il re che chiamerà vostra figlia sposa, darà del pari familiarmente al vostro Dorset il titolo di fratello: voi ridiverrete madre di un sovrano, e tutte le sciagure d’un tempo infelice riparate verranno dai godimenti di una maggior felicità. Noi possiamo vedere ancora trascorrere giorni fortunati. Le lagrime che avete sparso si cambieranno allora in lucide perle, e voi ne raccoglierete il ricco frutto nel possedimento di una gioia dieci volte più grande che nol fossero i vostri dolori. Andate, voi ch’io chiamo di già mia madre, andate da vostra figlia. Valetevi della vostra esperienza per ispirare fiducia alla sua timida giovinezza; preparate il suo orecchio ad udire i voti d’un amante; infiammate il suo cuore col nobile desiderio della sovranità; fatele presentire le dolcezze dell’amore e la placida gioia dell’imeneo; e dopo che questo braccio avrà punito quel ribelle insensato Buckingham, io andrò a lei cinto di allori vittoriosi, e la condurrò al letto di un vincitore: a lei darò onore delle mie conquiste, ed ella sarà la sola signora e la dominatrice sola del re d’Inghilterra.

Elis. Che potrei io dirle? Che il fratello di suo padre vorrebb’essere suo sposo? O le dirò invece suo zio? Ovvero quegli che le ha ucciso i fratelli e gli zii? Sotto qual nome posso io annunziarti alla sua tenerezza, onde Iddio, le leggi, il mio onore e l’amor suo valgano a renderti a lei gradevole?

Ricc. Falle intendere che con quest’alleanza si tutela la pace all’Inghilterra.

Elis. Ella dovrà comprare tal pace con una guerra eterna.