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288 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III


Elis. Il lamento che succede alla felicità perduta non è che un vano suono che si dissipa per l’aere; una voce impotente e inutile che si innalza per perorare invano la causa degli infelici; ma che, sebbene non dia alcun soccorso efficace, allevia nondimeno il peso del cuore.

Duch. Sia così; date un libero corso alla vostra lingua; seguitemi, ed esalando a gara il nostro dolore, carichiamo dei nostri rimproveri il mio detestabile figlio che fe’ morire quei due teneri fanciulli vostri, (suono di tamburi al di dentro) Odo il suo tamburo; siate libera nelle parole. (Entra il re Riccardo col suo seguito in marcia)

Ricc. Chi mi interrompe nella mia spedizione?

Duch. Quella che avrebbe potuto, soffocandoti nel suo seno maledetto, risparmiarti tutti gli omicidii che hai compiuti, scellerato.

Elis. Osi tu cingerti con corona d’oro quella fronte, in cui dovrebbero esser marchiati con un ferro rovente, se ti fosse renduta giustizia, l’assassinio del prìncipe che la possedeva, e il macello dei poveri figli miei e de’ tuoi fratelli? Dimmi, vile scellerato, dove sono i miei figli?

Duch. Mostro, mostro infernale, dov’è tuo fratello Clarenza? Dove il piccolo Plantageneto, suo figlio?

Elis. Dov’è il gentil Rivers, Vaughan e Grey?

Duch. Dove l’onesto Hastings?

Ricc. Squillate, trombe! Tamburi, battete! Il Cielo non oda il clamore di queste donne, che insultano l’unto del Signore: battete, dico. — (Allarme. Squillo di trombe) O calmatevi e parlate senza vilipendi, o continuerò a soffocare il remore delle vostre grida sotto il remore più forte d’una musica guerresca.

Duch. Sei tu mio figlio?

Ricc. Sì; ne ringrazio Dio, mio padre e voi.

Duch. Ascolta dunque paziente i miei rimproveri.

Ricc. Signora, io vi assomiglio alquanto, e i rimproveri non li so tollerare.

Duch. Lasciami parlare.

Ricc. Parlate; ma non vi ascolterò.

Duch. Sarò mite e cortese nelle mie parole.

Ricc. E breve, buona madre; perchè ho gran fretta.

Duch. Cos’è che t’incalza? Quanto tempo non ti ho io aspettato, e Dio lo sa, fra dolori orribili al momento della tua nascita?

Ricc. E non venni io alfine per confortarvi?

Duch. No, per la santa Croce! tu bene lo sai che venisti sulla vena solo per far di essa un inferno per me. La tua nascita fu