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282 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III

che, germogliando, mi potrebbero nascere. (Cat esce) Convien ch’io sposi la figlia di mio fratello, o il mio trono non poserà che sopra un fragile vetro. — Sgozzarle i fratelli e poi sposarla!... Incerto è il guadagno! Ma tanto avanti venni nel sangue, che forza è che un delitto ne generi un altro. La pietà lagrimosa non abitò mai in questi occhi. (rientra il paggio con Tyrel) È il tuo nome Tyrel?

Tyr. Giacomo Tyrel, vostro suddito obbediente.

Ricc. Lo sei infatti?

Tyr. Ponetemi alla prova, mio grazioso signore.

Ricc. Oseresti assumerti di uccidere un mio amico?

Tyr. Sì, solo volete; ma preferirei d’uccidere due vostri nemici.

Ricc. E questo potrai fare. Due mortali nemici che turbano il mio riposo, e mi privano delle dolcezze del sonno; tali son quelli a cui ti porrai contro. Io accenno, Tyrel, ai bastardi della Torre.

Tyr. Apritemi la via che guida fino ad essi, e in breve non temere più di loro.

Ricc. Tu canti una dolce musica. Odi, avvicinati, Tyrel, prendi questo segno: ascolta ancora (gli parla sommesso). Questo è tutto. Tieni a dirmi che l’hai fatto, ed io t’amerò e ti porrò in alto.

Tyr. Compirò le cose in un istante. (esce; rientra Buckingham)

Buck. Milord, ho pensato all’ultima vostra proposta.

Ricc. Bene sta; più non se ne parli. Dorset è fuggito da Richemond.

Buck. Ne udii la nuova, milord.

Ricc. Stanley, egli è figlio di vostra moglie. Attendete a ciò.

Buck. Milord, reclamo il dono che promesso m’avete, impegnandone onore e fede; io intendo la contea di Hereford che mi avete detto che possederei.

Ricc. Stanley, tenete l’occhio su vostra moglie; se ella manda lettere a Richemond, voi ne risponderete.

Buck. Che dice Vostra Altezza della mia giusta dimanda?

Ricc. Mi rammento che Enrico VI profetizzò che Richemond diverrebbe re, sebbene non fosse allora che un fanciullo caparbio. Re... forse...

Buck. Milord?

Ricc. E come avvenne che il profeta non predicesse nel medesimo tempo a me, che era presente, che l’avrei ucciso?

Buck. Milord, la vostra promessa per la contea...

Ricc. Richemond! Allorchè io fui l’ultima volta ad Exeter, il Prefetto per farmi la corte mi mostrò il castello che egli chiamava