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ATTO TERZO | 277 |
Cat. Richiamateli, caro principe; accettatela loro dimanda: se voi la rifintate tutto il regno ne porterà la pena.
Gloc. Volete dunque costringermi ad addossarmi tanta bisogna? Ebbene, richiamateli: io non sono di pietra insensibile. Sento che il mio cuore è commosso, e tocco dalle vostre tenere preghiere, (Cat. esce) quantunque sia contro la mia ooscteoia e la mia inclinazione, (rientra Buck. con tutti gli altri) Cugino di Buckingham..... e voi, uomini saggi e venerandi, poichè volete assolutamente collegare alla mia la vostra fortana e fumi portare, ch’io il voglia o no, il peso de’ vostri destini, forza è ch’io mi sottometta con rassegnazione. Ma se la nera calunnia o l’odioso rimprovero s’alzano quindi contro la vostra scelta, la violenza che mi fate m’assolverà da tutte le censure e le macchie d’ignominia di cui si tenterà lordare la mia persona: perocchè Iddio mi è testimonio, e abbastanza lo vedete voi stessi, quanto le mie idee e i miei desiderii fossero lontani da quest’opera.
Pref. Iddio benedica Vostra Grazia! Noi lo vediamo, e lo bandiremo per tutto.
Gloc. Dicendolo, non affermerete che la verità.
Buck. Io dunque vi saluto con questo titolo reale: lungamente viva il re Riccardo, degno re d’Inghilterra.
Tutti. Amen!
Buck. Piace a Vostra Maestà di esser coronato dimani?
Gloc. Quando vorrete, poichè a ciò mi stringeste.
Buck. Dimani dunque verremo ad accompagnar Vostra Altezza, e intanto col cuore pieno di gioia ci prendiamo congedo da voi.
Gloc. Andiamo (ai vescovi) a riprendere i nostri santi esercizii: addio bnon cugino; addio, ottimi amici.
(escono)