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ATTO TERZO | 271 |
indifferenza sulle matrone, e sulle figlie de’ suoi domestici, da per tutto dove il suo cuore sfrenato imaginava una preda. Ciò fatto potrai condurre il discorso sopra di me. — Di’ poi anche che, allorchè mia madre era incinta d’Eduardo, il duca di York attendeva alle guerre di Francia; e che facendo un computo esatto, ei riconobbe che il fanciullo non gli apparteneva, opinione in cui lo confermò l’aspetto di esso che non somigliava per nulla a quello del nobile duca, genitor mio. Quest’ultima corda dovrai però sfiorarla soltanto, perocchè ben sai che mia madre vive ancora.
Buck. Confidate in me, milord: compirò la parte di oratore colla medesima arte e il medesimo zelo, che se la splendida corona, oggetto dei miei discorsi, dovesse essere portata da me. Intanto vi lascio.
Gloc. Se il tuo discorso riesce, guidali al castello dì Bayuart: e là mi troverai in compagnia di reverendi personaggi e di dotti vescovi.
Buck. Parto: a tre o quattro ore riceverete le novelle di quanto sarà accaduto a Guildhall. (esce)
Gloc. Va, Lowel, corri a cercare il dottore Shall. — Tu, Catesby, guidami il frate Pencker. Dite ad entrambi di venirmi a veder tosto al castello di Bayuart. (escono Low. e Cat.) Ora rientrerò per dare alcuni ordini particolari, onde allontanare i bracchi di Clarenza, e fare che per niuna cosa del mondo si abbia ricorso a quei principi. (esce)
SCENA VI.
Una strada.
Entra uno Scrivano.
Scriv. Ecco i capi d’accusa mossi contro il povero milord Hastings, segnati con bella scrittura e riposata mano, ond’essere letti pubblicamente nella chiesa di San Paolo! Come le circostanze sono verosimili e ben collegate! Spesi undici ore intere per metterle in chiaro, perocchè non è che da ieri sera che Catesby mi ha mandato l’originale, che certo deve essere costato almeno un egual tempo, sebbene cinque ore fa Hastings vivesse ancora senza rimproveri, senza accuse, e in piena libertà. È forza confessare che siamo in un tristo mondo! Chi sarà tanto stolto da non vedere questa rozza frode? E nondimeno chi sarà tanto ardito per avere il coraggio di dire ch’ei la vede? Il secolo è corrotto: e ogni senso d’onore è irrevocabilmente