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270 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III


gli occhi (parlo del nefando commercio che aveva colla Shore) su di lui non sarebbe mai potuto cadere il più lieve sospetto.

Buck. Oh! era il traditore più profondo e dissimulato che mai vivesse! Avreste immaginato, lord Prefetto, o potreste crederlo, che, se la Provvidenza non ci avesse conservato in vita, questo scaltrito traditore avrebbe ucciso me e l’illustre duca di Glocester, in questo giorno istesso, nella camera del consiglio?

Pref. Ah! è egli vero?

Gloc. Come? ci avete voi in conto di Turchi o d’infedeli? E pensate che saremmo proceduti così violentemente, contro le formole delle leggi, alla morte di questo scellerato, se l’estremo pericolo del differire, la pace dell’Inghilterra, e la sicartà nostra non d avessero costretti a così rapida esecuzione?

Pref. Il Cielo vi benedica! Egli ha meritata la morte. E voi vi siete ben comportati, dando un esempio fatto per intimorire i traditori. Nulla io pur più di bene sperai da lui, da che lo vidi unito colla Shore.

Buck. E nondimeno nostra intenzione non era che fosse ucciso prima del vostro arrivo, milord: ma lo zelo troppo precipitoso dei nostri amici ci ha prevenuti. Noi saremmo stati ben lieti che voi pure aveste udito parlare il traditore, e che lo aveste inteso confessar tremando i particolari e lo scopo della sua frode, onde poteste darne conto ai cittadini, che interpreteranno forse male questo giudizio, e compiangeran la sua morte.

Pref. La vostra parola, mio illustre lord, varrà, come s’io lo avessi visto ed udito: siate certi, miei nobili principi, ch’io istruirò a dovere i nostri fedeli sudditi della condotta che avete tenuta in questo pericolo.

Gloc. Era per ciò che desideravamo la vostra presenza, che salvati ne avrebbe dalla censura delle lingue malediche.

Buck. Ma poichè siete giunto troppo tardi, a tenore dei nostri voti, potrete almen dire quello di cui vi abbiamo parlato, intorno alle nostre intenzioni. È con tale fiducia, mio buon lord, che vi diciamo addio. (esce il Pref.)

Gloc. Seguilo, seguilo, cugino Buckingham. Il Prefetto corre a Guildhall. Affrettati di raggiungerlo colà, e quando ne troverai il destro poni in campo l’illegittimità dei figli d’Eduardo, ricorda ai cittadini di Londra come Eduardo fece perire uno de’ suoi compatrioti, per aver detto che farebbe suo figlio erede della corona, sebbene non alludesse che all’insegna della sua locanda che portava tal nome. Insisti poscia sulle sue abbominevoli lascivie, e la brutalità delle sue inclinazioni incostanti chesi volgevano con