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254 VITA E MORTE DEL RE RICCARDO III

non è di esporlo ad una rottura; pericolo che sarebbe a temersi, se il re venisse accompagnato da una gran moltitudine; aderisco quindi alla sentenza del nobile Buckingham, e credo che sia prudente di non dare che pochissimo seguito al principe.

Hast. Così io pure credo.

Gloc. Ebbene, sia; andiamo a deliberare sulla scelta di quelli che manderemo tosto a Ludlow. Signora, e voi, mia madre, volete venire a dame i vostri consigli in questo negozio importante? (escono tutti, tranne Buck. e Gloc.) Buck. Milord, quali che si siano coloro che verran deputati al principe, pensate, in nome di Dio! che non è dicevole che noi due restiamo a casa. Io voglio durante la via trovar occasione per parlare del disegno, di cui conferimmo insieme ultimamente, di allontanare cioè dal giovine principe gli ambiziosi parenti della regina.

Gloc. Io ti reputo come un altro me stesso, come mio vero consigliere, mio oracolo e mio profeta! Caro cugino, seguirò i tuoi consigli colla docilità di un fanciullo. Andiamo dunque a Ludlow senza fermarci di più. (escono)

SCENA III.

La Messa. — Una strada.

Entrano due Cittadini incontrandosi.

Citt. Buon giorno, vicino. Dove con tanta sollecitudine?

Citt. In verità, appena lo so. Udiste le novelle?

Citt. Sì; il re è morto.

Citt. Nuove cattive, per la Vergine! Di rado il successore è migliore dell’estinto. Temo, temo che questo non divenga un pazzo mondo. (entra un altro cittadino)

Citt. Vicini, Dio vi salvi!

Citt. Vi do il buon giorno, signore.

Citt. È vera la notizia della morte del buon re Eduardo?

Citt. Troppo è vera: così Iddio ne aiuti!

Citt. In tal caso, signori, aspettatevi di vedere lo sconvolgimento del regno.

Citt. No, no, per grazia di Dio, suo figlio regnerà.

Citt. Sciagura a quella terra che è governata da un fanciullo.

Citt. Ei mostra nobili talenti per regnare, e durante la sua minorità un savio consiglio terrà le sue veci. Fatto adulto, reggerà a dovere.